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RECENSIONI
Alla corte di Roma, tema ampiamente trattato da Mario Rosa sotto vari aspet
ti, dalla fiscalità pontificia alle carriere cardinalizie, è dedicata un’intera sezione
del volume, aperta da un bel saggio di Maria Antonietta Visceglia che attraver
so un’attenta analisi dei testamenti di alcuni cardinali della Controriforma rico
struisce l’evolversi della loro autorappresentazione e delle loro preoccupazioni
nei confronti delle rispettive famiglie. Ai primi secoli dell’età moderna fanno ri
ferimento anche gli interventi di Marco Pellegrini sulle reazioni di Alessandro
VI ai provvedimenti intentati da Ludovico il Moro in materia di beni ecclesia
stici, di Stefano Andretta sui rapporti fra la Santa Sede e il Portogallo negli anni
che precedettero l’occupazione da parte di Filippo II, di Giampiero Brunelli e
Stefano Tabacchi, che presentano e pubblicano rispettivamente gli
Avvertimen
tipolitici
di Vincenzo Vitelli al figlio di Gregorio XIII e una lettera del Cardinal
nipote Pietro Aldobrandini a Clemente VIII in polemica con le posizioni rigori-
ste di Bellarmino in materia di nomine episcopali, nonché quello di Olivier Pon-
cet che esamina un caso di peculato connesso alle spedizioni di benefici e vena
to di implicazioni politiche sotto il pontificato di Innocenzo X. Gianvittorio Si
gnorotto propone una riflessione sul tema della «crisi della coscienza europea»
al cui centro si colloca il ruolo della Corte di Roma in un’Europa cattolica la cui
crisi sarebbe segnata non tanto dalle paci di Westfalia quanto dai conflitti fra la
Santa Sede e Luigi XIV. Vista dalla prospettiva del Seicento, piuttosto che come
anticipazione di successive istanze di riforma, la «svolta innocenziana» di fine se
colo culminata con l’abolizione del nepotismo perde in parte il suo carattere di
rottura, e appare rispondere innanzitutto all’esigenza del papato di riguadagna
re immagine e autorevolezza in un contesto europeo caratterizzato dall’ascesa
della Francia e dal declino della monarchia spagnola, in un intreccio che «ri
conduce dalla spiritualità alla politica e alle relazioni tra gli stati» (p. 249) e che
può contribuire a render conto di vicende complesse come quella della conver
sione al cattolicesimo di Cristina di Svezia o della condanna del molinismo.
Carriere, cerimoniali e relazioni internazionali della Corte di Roma nel Set
tecento sono al centro dei saggi di Cesare Mozzarelli e di Elisabeth Garms-Cor-
nides. Il primo pone a raffronto le istruzioni per i giovani destinati alla carriera
prelatizia redatte a metà Cinquecento da Giovan Francesco Commendone con
quelle stilate due secoli dopo, all’estremo opposto della parabola della lettera
tura cortigianesca, dal gesuita Giulio Cesare Cordara, a proposito delle quali
pone in luce al tempo stesso gli elementi di fedeltà al modello tradizionale e le
innovazioni connesse alla crisi del progetto tridentino. Anche la storica austria
ca confronta il viaggio in Italia ipotizzato - e non effettuato - nell’estate 1767
da Giuseppe II in occasione del matrimonio napoletano della sorella con quel
li dei suoi antenati a partire da Carlo V. Era intenzione dell’imperatore dare al
la visita un carattere informale, rompendo con le tradizioni cerimoniali e po
nendo fra parentesi i risvolti politici che tuttavia, sottolinea l’A., erano tutt’al-
tro che assenti.
Il
pontificato di Benedetto XIV costituisce un momento particolarmente si
gnificativo, assieme all’esperienza muratoriana e a quella ricciano-leopoldina,