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RECENSIONI
tati, il titolo « l ‘cerchi’ di Vico», così richiamando la teoria vichiana del ‘ricor
so’. Lo scopo di dedicare entrambe le riviste al pensiero del filosofo napoleta
no - come dichiara il curatore - risiede nel voler «dare un’immagine sintetica
dell’opera di Vico alla luce della più recente letteratura critica» («Helikon», p.
409). L’iniziativa di Kelemen è indubbiamente meritoria, poiché in Ungheria
- nonostante i numerosi ed importanti studi monografici sino ad oggi pubbli
cati - l’opera di Vico non è mai stata al centro di una ricognizione critica che
fosse insieme filologica e filosofica.
I
saggi presenti nella rivista letteraria «Helikon» sono suddivisi in cinque se
zioni tematiche, introdotte dallo studio dello stesso Kelemen
[Vicokórei
(«l‘cer
chi’di Vico»), pp. 413-453], il quale offre un ampio panorama sulle interpreta
zioni del pensiero vichiano. La prima sezione, dedicata alla «Logica poetica»
(pp. 454-486), ospita contributi che affrontano le principali linee tematiche del
l’opera di Vico: Attila Fàj
[A tudomànyosfelfedezés nem-ortodox logikàja Vicónàl
(«La logica non ortodossa della scoperta scientifica in Vico»), pp. 454-461],
Giuseppe Patella
[Az érzékelés logikàja
(«Vico e la logica del senso»), pp. 462-
479] e Luigi Tassoni
[Vico nyitott emblémàja
(«L’emblema aperto di Vico»), pp.
480-486] esaminano in particolare il ruolo della logica, del senso e delia fanta
sia. A questa tematica si connette strettamente anche quella della seconda se
zione, dedicata a «La questione di Omero e di Dante in Vico» (pp. 487-504),
nella quale l’immagine di Omero e Dante offerta dal filosofo napoletano viene
analizzata seguendo prospettive del tutto nuove, rispettivamente dagli studi di
Paolo Cristofolini
[DantétólHoméroszig, Gravinàtól Vicóig
(«Da Dante a Ome
ro, da Gravina a Vico»), pp. 487-492] e di Massimo Verdicchio
[Vico Dante-ol-
vasata
(«La lettura vichiana di Dante»), pp. 493-504]. Nella terza sezione, dal
titolo «Storiografia e filosofia della storia» (pp. 505-524), la concezione vichia
na della storia è indagata da Paolo Cristofolini
[Vico és Bossuet
(«Vico e Bos-
suet»), pp. 505-512] nel suo contesto storico-culturale e confrontata con la fi
losofia della storia di Bossuet, mentre József Nagy nel suo contributo scanda
glia gli aspetti storico-filosofici e filosofico-linguistici della vichiana «barbarie
della riflessione»
[A ‘reflektàlt barbàrsàg a tòrténelemben és a nyelvben
(«La
‘barbarie della riflessione’ nella storia e nel linguaggio»), pp. 513-524]. Nella
quarta sezione, dedicata alla «Ricezione» dell’opera e del pensiero del filosofo
napoletano (pp. 525-551), Andrea Battistini offre un esaustivo panorama sulla
diffusione in ambito europeo dell’esegesi vichiana
[Vico gondolatainak európai
hatàsa
(«La diffusione europea del pensiero di Vico»), pp. 525-542], mentre chi
scrive, insieme a Norbert Màtyus, ricostruisce la storia delle tre redazioni della
Scienza nuova,
analizzandole anche rispetto alle edizioni pubblicate nel secolo
scorso
[Vico mùvei: a Cristofolini-féle és a Battistini-féle kiadàsok
(«Le opere di
Vico: l’edizione di Cristofolini e di Battistini»), pp. 543-551]. Questa sezione si
conclude con una
Bibliografia
ancora a cura di Nagy (pp. 553-559), dove si of
fre un quadro, seppur sintetico, della più importante e aggiornata letteratura
critica su Vico. Infine la quinta e ultima sezione, ospitando le recensioni di al
cuni importanti studi monografici dedicati recentemente a Vico (pp. 575-582),