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RECENSIONI
pegno comunitario che sollecita l’immaginazione e provoca l’emergenza dei re­
lativi bisogni.
Quelle che tuttavia interessa sottolineare sono le istanze di una cultura lati­
no americana alla ricerca di strade alternative a quelle legate ad un sistema eco­
nomico e politico che non regge ormai alla prova dei tempi. E evidente che l’at­
tento saggio di Jorge Velàzquez Delgado,
Estrategias de sentido cornuti e inge­
nio
(pp. 259-270) va in questa direzione, oltre la tradizionale definizione vi­
chiana di senso comune ed ingegno, proiettandone i significati nella prassi po­
litica. Fondamentalmente, viene posto il problema del rapporto tra senso co­
mune e consenso, e, soprattutto, tra senso comune ed egemonia. Sono questi te­
mi che ancora una volta danno significato attuale alla lettura dei classici, ri­
spondendo tra l’altro ai problemi posti dalla Espinosa. Attento dunque a indi­
care che cosa
non sia
il senso comune («non è una verità unica ed immutabile a
partire dalla quale si esercita la coesione sociale», p. 260), FA. sottolinea come
«l’ottenimento del consenso può essere determinato da un cambiamento di opi­
nioni come esito di molteplici metodi di azione o di esercizio della politica, e
non tanto perciò un cambiamento radicale rispetto al problema del senso co­
mune»
(ibid.).
Ecco perché risulta convincente, oltre che motivata, la conside­
razione per cui «il senso comune non si perde in quanto conserva la sua utilità
in relazione allo ‘spirito politico’ che lo rende possibile in quanto precondizio­
ne necessaria ad ogni pensiero riflessivo»
[ibid.).
Delgado non dimentica di sot­
tolineare aspetti più direttamente legati al contesto vichiano, quello dell’età ba­
rocca, dove 0 pensiero relativo al senso comune e all’ingegno (il cui legame si
stringe «sul tema del lavoro umano» per assumere «una valenza cruciale per la
comprensione storica», p. 264) travalica «le dispute religiose, metafisiche e po­
litiche» per assurgere a «tramite per la conoscenza e la rappresentazione og­
gettiva del reale» (p. 265).
Mentre Dora Elvira Garria
(G.Vico y la apuesta por el pluralismo cultural
,
pp. 71-82) legge il senso comune, alla luce della lezione di Berlin, come espres­
sione del
conatus
divino nell’uomo, che si rivela in un percorso che ha al suo
vertice la fantasia, Roberto Sànchez Benitez (
Culturay lenguaje en Vico
, pp. 243-
249) centra la sua attenzione verso quegli aspetti della filosofia di Vico che sot­
tolineano il senso della multiculturalità; FA. sottolinea come l’influenza di Vol­
taire abbia per lungo tempo soffocato la ricerca delle radici comuni dei popoli,
e si sofferma sul ruolo del linguaggio, che è invece il metodo «per articolare i
differenti aspetti della cultura letteraria universale con la tradizione della lette­
ratura ispanoamericana» (p. 245), e dà particolare risalto, tra i protagonisti del
panorama letterario messicano del Novecento, a Carlos Fuentes.
La seconda sezione dei «Cuadernos» è dedicata agli «Estudios sobre Vico y
la cultura hispànica», nella quale viene sottolineata la presenza di Vico in auto­
ri di provenienza spagnola che hanno avuto contatti con il Messico. E il caso di
Edoardo Nicol, rifugiatosi nel paese centroamericano all’avvento del franchi­
smo, oggetto del saggio di Pio Colonnello
(Edoardo Nicol, intèrpretede Vico,
pp.
279-287). L’A. mette in risalto quanto, a partire da una formazione storicista ed
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