AVVISATORE BIBLIOGRAFICO
235
18.
COSTA
Gustavo, recensione a S. Rud-
NICK
L u ft,
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postmodern,
in «Reinaissance Quarterly»
LVI1 (2004) 3, pp. 982-984.
19.
COTRONEO
Girolamo,
Vico politico.
La «Confutazione diGiovanniSodino»,
in
Se
minaridiFilosofia CorradoDolio,
a cura di
C.
Giarratana e I. Randazzo, Soveria Mannelli,
Rubbettino, 2004, pp. 7-19.
Il saggio si concentra sul nucleo di critiche
mosse da Vico a Bodin nella
Scienza nuova,
cri
tiche nevralgiche per l’impianto teorico dell’o
pera vichiana. Esse ruotano, come noto, es
senzialmente intorno ad un punto: l’aver sup
posto le prime famiglie esser formate esclusi
vamente da «figliuoli», e non, insieme, da «fi
gliuoli» e «famoli»; questo avrebbe, secondo
Vico, condotto Bodin ad una serie di errori,
primo fra tutti quello dell’ipotesi della monar
chia quale prima forma di governo. Il testo di
Bodin, seguito dall’A. in tutti iluoghi incui può
dare risposte al Vico, mostra quanto quelle cri
tiche fossero almeno frettolose e parziali. Bo
din infatti non aveva affatto concepito una fa
miglia costituita soltanto da consanguinei; ave
va però, certamente, ipotizzato che ilprimo go
verno fosse monarchico, vedendo uno sposta
mento naturale dalla sovranità del padre nella
famiglia a quella del re nei primi Stati. E qui,
pur se non mancano le ambiguità, il percorso
di Vico è sostanzialmente diverso: dal conflitto
e nel conflitto tra «figliuoli», eroi, e «famoli»,
nascono i primi stati aristocratici. Altro punto,
ancora notissimo, di dissenso, è ilmezzo grazie
al quale tali primi Stati si sarebbero costituiti:
«o la forza o la froda», accusa Vico. È stato ri
marcato anche in altri studi quanto la forza sì,
ma non la frode fosse argomento del filosofo
angioino; sembra piuttosto che qui si nascon
dano altri obiettivi polemici: Machiavelli. E l’o
perazione mentale che, invece della frode, Bo
din suggerisce per comprendere l’origine degli
Stati, ossia una sorta di rinuncia consapevole
alla propria libertà, testimonia ancora una vol
ta la differenza di prospettive, anche storiche,
dei due pensatori; mentre Vico «indagava sul
le ‘sterminate antichità’ [Bodin] su uno stadio
posteriore a quello 'eroico’, nel quale la ‘rifles
sione’ era, per così dire, già presente» (p. 16).
In conclusione, la debolezza della «con
futazione» vichiana di Bodin sembra da attri
buire ad una sfasatura dei piani del discorso,
difficilmente ricomponibile: Bodin è pensa
tore schiettamente politico e, come tale, ine
ludibile punto di riferimento del suo tempo -
e qui Vico coglie nel segno facendone ogget
to privilegiato di confronto; Vico è, invece,
vraiphilosophe-,
il suo contributo al pensiero
filosofico è stato grande, non così quello al
«pensiero politico vero e proprio» (p. 19), de
cisamente inferiore rispetto a quello di Bodin.
[M. R.]
20.
C
ristofolini
Paolo,
Discutendo Vi
co,
in «Historia Philosophica. An Internatio
nal Journal» II (2004), pp. 139-151.
21. CurriCA
Cesare, recensione a G. Co-
SPITO,
Il «Gran Vico». Presenza, immagini e
suggestioni vichiane nei testi della cultura ita
liana pre-risorgimentale. 1799-1839
(Geno
va, Name, 2002), in «History of European
Ideas» XX IX (2003) 4, pp. 507-512.
22.
DANESI
Marcel,
Metafora, pensamien
toy lenguaie. (Unaperspectiva viquiana de teo-
rizacion sobrela metafora cornoelementodein-
terconexion),
Sevilla, Kronos, 2004, pp. 391.
23.
D
escombes
,
Vincent,
L’idée d'un
sens commun,
in «Philosophia Scientiae» VI
(2002)2, pp. 147-161.
Il fascicolo VI, 2 della rivista «Philo
sophiae Scientiae», curato da Isabelle Delpla
e intitolato
L’usage anthropologique du prin
cipe de charité,
raccoglie i risultati di un col
loquio tenuto il 6-7 novembre 1998 a l’Uni-
versité de Nancy dal titolo «De l’anthropo-
logie à la logique et retour: un principe de
charité pour quoi faire?».
I
testi presentati nel volume intendono
discutere, sotto differenti angolature disci-