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AVVISATORE BIBLIOGRAFICO
ne della portata morale del fatto estetico, il
quale è di per sé inscindibilmente estetico e
morale» (p. 146).
[A. Scogn.]
42.
Machina
, a cura di M. Veneziani, Fi
renze, Olschki, 2005, pp. 543.
Nel volume che pubblica gli Atti dell’XI
Colloquio intemazionale del Lessico Intel
lettuale Europeo (Roma, 8-10 gennaio 2004)
venticinque contributi di storia delle idee e
della tecnica tracciano l’evoluzione dei con
cetti di «macchina» e di «macchinismo» tra
antico (dalla grecità all’ellenismo, fino a Vi
truvio) e moderno (dagli artisti-ingegneri del
Rinascimento a Giordano Bruno, dalla
mac
china
barocca a quella di Cartesio e Locke, di
Spinoza e Leibniz, da La Mettrie a Wolff fi
no a Kant e alle «macchine cibernetiche»
contemporanee), nella vita quotidiana come
nella riflessione filosofica o in quella tecnico
scientifica. Al centro sono gli aspetti e i mo
menti fondamentali del complesso rapporto
tra l’uomo e i suoi «interlocutori» artificiali
che hanno stimolato Marco Veneziani a de
dicare documentate e interessanti pagine al
la filosofia vichiana
(‘Machina’ negli scritti di
Vico,
pp. 461-475). Riconosciuta l’esiguità
dell’«occorrenza» del termine nell’opera del
filosofo napoletano (p. 461), l’A. si sofferma
sulle
Orazioni,
sul
De ratione
e sul
De mente
heroica,
rinvenendo vere e proprie apologie
della «tecnologia innovatrice». Il significato
filosofico specifico sta nel riconoscibile pri
mato dell
'ingegno
e del libero esercizio del-
Ximmaginazione
cui si riferiscono le sezioni
della
Sn44,
trattando della «forza creativa» di
Dedalo (Virgilio) (p. 463) e della testimo
nianza omerica a proposito della «veste» di
Penelope, già ricordata nelle
Note
al
Diritto
universale
(p. 464). In tali luoghi FA. coglie,
documentandola, la centralità inVico di «tec
niche di persuasione» come il «giuramento»
cui fa ricorso Omero (p. 465), presente già
nel
De ratione,
dove all’introduzione dellV-
loquenza
come
facultas persuadendi
corri
sponde il riconoscimento della «prossimità
del corpo» (p. 467). Non è un caso, quindi,
che tra quest’opera e il
De antiquissima
si ad
densino la maggior parte delle occorrenze del
termine esaminato, in un’«approfondita di
scussione tecnica [...] sullo stesso valore fi
losofico delle macchine»
(ibid.).
E, opportu
namente, il Veneziani si sofferma sullo scrit
to del 1711 per chiarire, innanzitutto, il sen
so del richiamo a Platone a proposito della
polemica sulla complicata «comunicazione»
del moto: «Fra gli obiettivi di un moderno
platonismo, v’è sicuramente il desiderio di
chiarire gli equivoci epistemologici che - se
condo Vico - si addensano numerosi intorno
ai concetti fondamentali della fisica, non ap
pena questa si discosta dalle impostazioni
strettamente sperimentali e procede a incau
te generalizzazioni metafisiche» (p. 468). Il
che non manca di prospettare importanti
estensioni dalla
fisica
alla
fisiologia,
per rico
noscere, in Vico, la centralità della meccani
ca nell’«enciclopedia delle scienze», con due
«corollari notevoli»: il primo relativo alla de
licata questione dell’«immortalità dell’ani
ma» alla luce della rielaborata distinzione
classica tra
animus
e
anima
(pp. 470-471);
l’altro imposto dall’irriducibile opposizione
dell’uomo al bruto dal punto di vista della li
bertà di scelta, conseguenza delle prerogati
ve di una «metafisica rinnovata» (p. 473) in
un itinerario filosofico che conduce al plato
nismo moderno
(ibid.).
«L’ampiezza delle
questioni evocate - conclude Veneziani - e la
radicalità della riflessione vichiana sul tema
delle macchine, con i suoi chiaroscuri e i mol
ti aspetti controversi, la collocano di diritto
in una stagione di transizione, in quella crisi
di fondamenti che attraversò la cultura e la
scienza europee a cavallo del Settecento, tra
Cartesio e Newton. Di fronte alle testimo
nianze da noi raccolte, mi sembra più diffici
le non essere d’accordo con gli interpreti che
nel pensiero di Vico vedono un episodio im
portante di quel passaggio» (p. 475).
[F. L.]
43.
M
arci alis
Maria Teresa,
Il diritto del
Settecento tra giusnaturalismo ed empirismo,
in «Civiltà del Mediterraneo» VI-VII (2004-
2005), pp. 145-165.