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AVVISATORE BIBLIOGRAFICO
della congiura è ancorato ad un tempo e luo­
go che si oppongono, per lui più che per ogni
altro, a ciò che J.G.A. Pocock chiama la pe­
ricolosa dignità di un concetto» (p. 106). Il
metodo utilizzato da Vico è comune allo sti­
le e ai contenuti delle lezioni deH’Accademia
di Medinaceli e, riprendendo da queste il di­
battito, per esempio, sull’intervento del fato
e del caso, nel capitolo finale del
De anti­
quissima
«nel giro di pochi paragrafi Vico ar­
ticola due premesse che, poste a distanza rav­
vicinata nel
Diritto universale,
generano una
questione di cui egli diventa per la prima vol­
ta consapevole nel terzo volume di quell’o­
pera e alla quale dedicherà il resto della sua
vita intellettuale. Innanzitutto, Vico si serve
dell’
aequivocatio
dei termini
determinatum
e
casum
per sostenere che fato e caso sono
coordinati piuttosto che contraddittori» (pp.
108-109). Consapevole di non disporre nella
trama della congiura di un argomento di par­
ticolare originalità, Vico si muove nella sua
biografia storica tra la storia imperiale e la
biografia, generi dei quali l’A. ricorda ed esa­
mina le lezioni di Carmine Nicolò Caraccio­
lo su Augusto, nonché il racconto sallustiano
della congiura di Catilina.
«La tesi di questo saggio è che, muoven­
do da un fondamento visibile nell’ Accade­
mia palatina di Medinaceli, l’opera prepari la
strada per un tale uso dell’ironia nella sto­
riografia mettendo tra parentesi le intenzio­
ni individuali, facendo risaltare il carattere
pubblico dell’azione e testimoniando la po­
tenza del linguaggio tanto nello specificare
l’azione quanto nel renderla disponibile per
l’uso pubblico» (p.l 17). Viene così affronta­
to dall’A. la dinamica dellW
retborica
mes­
sa a punto da Vico nel dispiegarsi del rac­
conto e nell’uso dei discorsi diretti, anche al­
l’interno di una consolidata tradizione alla
quale il filosofo faceva riferimento.
[M. S.]
46.
M
athoda
Enrico, recensionea A. An-
DREONI,
Omero italico. Favole antiche e iden­
tità nazionale tra Vico e Cuoco
(Roma, Juvan-
ce, 2003), in «Giornale Storico della Lettera­
tura Italiana» XCVIII (2005), pp. 315-316.
47.
M
iner
Robert, recensione a S. Run-
NIKLUFT,
Vico’s uncannyhumanism: Reading
thè 'New Science’ between modem and post-
modem,
in «Clio. AJournal of Literature Hi-
story and thè Philosophy of History»
XXXIV (2004) 1-2, pp. 170-174.
48.
MOEVS
Christian, recensione a G.
M
azzotta
,
La nuova mappa del mondo. La
filosofia poetica di Giambattista Vico
(Torino,
Einaudi, 1999), in «Modem Language No­
tes» CXVIII (2003) 1, pp. 264-267.
49.
MONTANO
Aniello,
Opsis idea. Figu­
re e temi della filosofia europea da Flobbes a
Croce,
Napoli, Bibliopolis, 2005, pp. 213.
Nella raccolta di saggi, rielaborati alla lu­
ce di un’unitaria consapevole vocazione a un
«sapere plurale», eppure impegnato a fon­
darsi sulla sintesi del «vedere»
(opsis)
e del
pensare
(idea),
di tensioni pratiche e di in­
tuizioni intellettuali, spiccano le pagine de­
dicate al Vico di Croce, «lettore amoroso» di
De Sanctis e critico del primato spaventiano
della logica e della subordinazione in Hegel
dell’arte alla filosofia (pp. 194, 198). Altri e
più estesi riferimenti al filosofo napoletano si
concentrano nel saggio su
II ‘fare’ nelpensie­
ro di Flobbes e di Vico
(pp. 91-107, apparse
nella silloge su
Filosofia e Politica. Studi in
onore di Girolamo Cotroneo,
Soveria Man­
nelli, Rubbettino, 2005). Sulla base di prece­
denti riflessioni dedicate al tema (nel volume
del 1996 su
Storia e convenzione. Vico
contra
Hobhes,
Napoli, La Città del Sole), l’A. indi­
vidua nel
De cive
hobbesiano i nuclei con­
cettuali sui quali è possibile delineare un con­
fronto con il filosofo napoletano. Punto di
partenza dell’indagine sono le riconosciute
divergenze implicite nel modo di concepire
la «natura umana» in relazione al suo
fare
e
alla sua stessa
storicità
(pp. 91, 93). A pro­
varle, in Vico, sono le pagine del
De anti­
quissima,
utili per documentare la critica al
metodo degli antichi (Aristotele e Zenone)
cui è contrapposto quello baconiano, via
d’accesso alle facoltà
<\e\\’ingegno
e della
fan­
tasia,
legate al bisogno umano di orientarsi
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