AVVISATORE BIBLIOGRAFICO
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nel mondo del
corpo
e del
verosimile,
estra­
nei alla trattazione dell’autore de
La natura
umana,
in cui è prefigurata la struttura degli
Elementi di legge naturale e politica
e del
De
corpore
(pp. 96,97). Incentrato nella
mente
e
nella
ragione
lo statuto del processo di costi­
tuzione dell’umano, la coincidenza del
vero
con il
fatto
mantiene, nella comparazione con
la celebre «conversione» vichiana, tutta la
sua specificità. Questa è, infatti, alimentata
dallo scopo hobbesiano di stabilire conven­
zioni e patti, di ragionare e organizzare un
mondo formale di comportamenti, disinte­
ressato al
fare
in quanto
«produrre
con azio­
ni e comportamenti, fondato su un’attività
avente alla sua base l’esperienza che, varia nel
tempo, si accresce nello svolgimento della vi­
ta degli uomini» (p. 100). Che è, invece, il
problema di Vico, dal
Diritto universale,
qua­
le ricerca di un «principio unitario di carat­
tere storico-metafisico» (p. 101 sgg.) alla
Scienza nuova
della storia della comune na­
tura civile delle nazioni, connaturata alla «sa­
pienza volgare» autentica del genere umano,
prodotto della mente e delle sue modifica­
zioni, assistite dalla Provvidenza in tutte le
sue fasi di positiva ascesa e di possibile deca­
denza (pp. 105,106). Proprio da questo pun­
to di vista «l’apparente compatibilità delle
formule relative alla identità di
vero
e
fatto
in
Hobbes e Vico si trasforma in reale incom­
patibilità alla luce dei diversi significati che il
fare
assume nelle due diverse dottrine [... 1.1
due filosofi [...] rappresentano nel panora­
ma della modernità due voci autorevoli, ol­
tre che specifiche e assai significative. [... ] Le
due impostazioni, quella ‘storicistica’ vichia­
na e quella ‘convenzionalistica’ hobbesiana,
possono essere ancora utilmente investigate
per fornire un contributo alla soluzione del­
le tematiche legate al
fare
dell’uomo e in par­
ticolare a quel
fare
specifico che è connesso
all’agire politico e alle categorie con esso im­
plicate» (p. 107).
[F. L.]
50.
MONTANO
Aniello,
Vico e la centra­
lità dello Stato moderno,
in «Il Mattino» 7-
12-2005, p. 46.
51.
M
on
tano
Aniello,
Vico e le repub­
bliche di «mercadanti». Sulla genesi dello sta­
to in età moderna,
Napoli, Istituto Italiano
per gli Studi Filosofici, 2005, pp. 25.
La revisione storiografica della tesi cro­
ciana della sostanziale apoliticità del pensa­
tore napoletano è il punto di partenza dell’A.
per inquadrare la filosofia politica di Vico
sulla formazione del moderno concetto di
Stato. Il decisivo contributo degli studi di
Piovani, Giarrizzo, Badaloni, solo per citar­
ne alcuni dei protagonisti del nuovo corso
degli studi vichiani, sia pure con distinte ac­
centuazione tematiche e valutazioni filosofi-
che divergenti delle scansioni interne dello
svolgimento del pensiero vichiano, hanno
messo in luce la dimensione giuridica, socia­
le e storica della filosofia politica di Vico.
L’A. rileva il passaggio dal modello sapien­
ziale intellettualistico-educazionistico delle
Orazioni inaugurali
alla ricerca, nel
Diritto
universale,
di un principio ordinatore etico­
politico in grado di mediare tra l’aspetto
ideale e quello fattuale del soggetto umano e
dello stato moderno. «Di qui, la necessità di
confrontarsi con i teorici di questo Stato e so­
prattutto con i teorici del giusnaturalismo e
del contrattualismo e
in primis,
con Grazio,
Pufendorf, Hobbes e Spinoza» (p. 11). Con­
testando l’esistenza dell’astratto
ius naturae
et gentium,
Vico intende fondare sul «diritto
naturale delle genti», sintesi dell’elemento
ideale della
mens
legislatrice e della concre­
ta processualità storica, una teoria dello sta­
to e della politica antropologicamente di­
stante dal materialismo e dall’utilitarismo.
L’A. si sofferma in particolare su Hobbes e
Spinoza che, «pur con le dovute differenze
nelle premesse e negli esiti delle rispettive fi­
losofie politiche» (p. 13), fondano sulla di­
cotomia tra
diritto naturale
originario e
ra­
gione calcolante
moderna la legittimità al
controllo del corpo politico da parte dello
stato. Lo schema vichiano è modulato, inve­
ce, secondo l’andamento ternario
integrità,
caduta
e
redenzione,
mutuato dall’antropolo­
gia cristiana ed è funzionale ad una metafisi­
ca della mente permeata dalla
vis veri
che in
tutte le forme di vita comunitaria regola i rap­
porti tra gli individui e le comunità: «questa
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