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AVVISATORE BIBLIOGRAFICO
fede nella natura buona dell’uomo è l’ele­
mento religioso, teologico, metafisico che co­
stituisce la premessa di tutto il discorso di Vi­
co. Ma è anche l’elemento che consente di
sottrarre il diritto e tutta la storia umana al ri­
gido necessitarismo, al cieco meccanismo
dell’egoismo e della forza per realizzare la
propria utilità» (pp. 24-25).
[R. M.]
52.
M o sca
Luigi,
Studi filosofici. Al via
nel segno di Vico il nuovo anno accademico,
in
«Corriere del Mezzogiorno»
7-12-2005,
p.
13.
53. Nuzzo
Enrico,
Aux confins de l’hu-
main. Les «corps démesurés» des géants dans
la culture européenne moderne,
in
Animai et
animalité dans la philosophie de la Renais­
sance et de l’àge classique,
direction Th.Gon-
tier, Louvain-Paris-Dudley, Peeters,
2005,
pp.
33-57.
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tema del gigantismo e dello smisurato
corporeo nella cultura moderna, le sue vaste
implicazioni teoriche, sono qui di necessità,
preliminarmente, costretti entro precise li­
nee di confine: l’eredità della tradizione clas­
sica, quella della tradizione giudaico-cristia-
na, e il complesso e multiforme apporto, al­
meno a partire dal XVI secolo, costituito dal­
le testimonianze, rappresentazioni, fantasie,
riflessioni sulle scoperte geografiche delle
Americhe, segnatamente sul loro estremo
meridionale, la Patagonia.
Nella tradizione classica greca il tema
dello smisurato va rintracciato all’interno di
quadri concettuali - esemplare quello aristo­
telico - che leggono il reale come un
conti­
nuum
modulato secondo il criterio della pro­
porzione e della misura, aU’interno del qua­
le lo smisurato è ridotto e neutralizzato come
«accidentalmente» non proporzionato. Vi è
tuttavia un altro versante della riflessione an­
tica - si pensi ad esempio al
l’Historia natu­
ralis
di Plinio il Vecchio - che accoglie lo smi­
surato, come il mostruoso, tra le molteplici
forme di una natura potentemente creativa e
produttiva. Comune ad entrambe le pro­
spettive resta però il riferimento della varietà
delle forme allo spazio piuttosto che al tem­
po; bisognerà aspettare la tarda modernità
per veder coniugare forme di alterità e di di­
versità secondo il tempo e la storia.
Giganti e Titani delle rappresentazioni
religiose antiche uniscono in sé caratteri di­
vini ed umani, hanno forza e taglia smisura­
te spesso usate nella ribellione contro gli dei.
Costituiscono, in questo senso, un punto di
contatto con la lettura del gigantesco nella
tradizione giudaico-cristiana, la quale però
apporta novità rilevanti: il diverso rapporto
tra la natura e il divino e tra il divino e la sto­
ria, il concetto di peccato; quest’ultimo, in
particolare, dà certamente un contributo de­
cisivo alla connotazione morale negativa del­
lo smisurato.
Molti di questi elementi concettuali so­
no trasfusi, confusi e rielaborati nella rap­
presentazione moderna del gigantesco, con
risultati indubbiamente nuovi. Ma il fattore
radicalmente innovativo in quest’ambito è
per FA., come accennato, l’«esperienza» di
un’umanità «altra» che abita terre lontane, e
che testimonia con la propria forma diversa,
spesso gigantesca, gradi e tempi diversi del­
l’evoluzione umana, collocandosi nel tempo
e nella storia. In questo senso la lezione di Vi­
co è esemplare.
[M. R ]
54.
Omaggio a Tommaso Cornelio,
a cu­
ra di G. Mocchi, Soveria Mannelli, Rubbet­
tino, 2004, 2 tt„ pp. 563, 949.
Promosso dall’Amministrazione Provin­
ciale di Cosenza, il ricordo del celebre filosofo
calabrese è stato utilmente perseguito nei due
densi tomi di quest’opera: il secondo ripro­
duce, in accuratissima anastatica, i
Progym-
nasmata physica
(nell’edizione veneziana del
1683), seguita dal frammento postumo
De
sensu
(nelle edizioni romana e napoletana
dello stesso anno), custoditi presso la Biblio­
teca Civica di Cosenza; il primo, introdotto
da un articolato saggio di G. Mocchi (pp. 9-
37), ripubblica utili studi sulla vita e le opere
di Cornelio alla luce di interessi teorici e mo-
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