AVVISATORE BIBLKXJRAEICO
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delli storiografici molto differenziati. Si va
dalle note e alquanto datate pagine di Anto
nio Aceti del 1933 (riproposte in anastatica,
pp. 187-555) a quelle più recenti (1999) di A.
D ’Atri che, in efficace sintesi, ricostruisce il
quadro storiografico di riferimento (pp. 171-
186). In esso spicca la monografia di Franco
Crispini riproposta (pp. 39-169) nell’origina
ria versione del 1976 che si segnala per esse
re stata la prima monografia su Cornelio,
orientata a indagare il quadro dei temi e de
gli autori tra
nuovascienza
e
scienza nuova
con
particolare riferimento alle relazioni tra filo
sofia (aristotelismo e teoria galenica, cartesia-
nesimo, gassendismo, naturalismo telesiano)
e scienze della vita (biologia e fisiologia, psi
cologia e chimica, tra meccanicismo e vitali
smo, materialismo, fisicismo geometrizzante
e «metafìsica del senso», pp. 44, 47, 66, 69
sgg.). Non manca, naturalmente, una ragio
nata riflessione sul senso della presenza di Vi
co e sul modello del «prima di Vico», par
tendo dalle ben note e differenziate interpre
tazioni di De Giovanni, Badaloni e Piovani
(pp. 45 sgg.). Crispini le ricostruisce, pren
dendo nettamente le distanze dal presunto
«vuoto» idealistico e neoidealistico tra Cam
panella e Vico (pp. 43, 46-47) cui oppone il
richiamo a tematiche di lungo periodo (dagli
Investiganti alla
Scienza nuova,
pp. 41-42),
emerse dalla storia epistemologica delle
scienze della vita che incontrano la vichiana
tematica del
facere
: «[...] Ora, se è facile scor
gere il filo di complicità che corre tra un Cor
nelio e Vico sui temi dell’esperienza, del
face-
re
, della
mens
e del
cogito,
tutta da investiga
re è invece la funzione specifica di quei con
cetti nell’ambito particolare delle scienze del
la vita dove essi assumevano un significato
meno generale e si sforzavano di configurare
un ‘vero’ biologico confinante eppure distan
te, per le ‘guise del suo nascimento’, dal vero
‘fìsico’ e dal vero ‘storico’. Ciò non toglie che
nella visione vichiana del
factum
e del
facere
un supporto concettuale molto rilevante ve
nisse dato dal metodo e dalla ricerca degli In
vestiganti [...]. Ma in questa direzione si han
no degli interessanti ritrovamenti: si vedono
molte ombre distendersi sopra il trionfante
metodo, l’appello all’esperienza, l’atteggia
mento antimetafisico [...]. Il ‘prima di Vico’
torna così ad avere la sua propria vita, il suo
intrinseco significato, cd il ‘previchismo’ rie
sce a circoscrivere ed a chiudere in una pro
spettiva unica soltanto una parte delle idee,
degli interessi e dei problemi che occuparo
no la riflessione degli Investiganti e di Cor
nelio. [...1 Occorre vedere, assieme alle
profonde esperienze che ne trae il pensiero ci
vile meridionale, nel significativo filone che
congiunge gli Investiganti a Vico, i nodi com
plessi che la nuova mentalità scientifica crea
nello studio dei problemi della vita, di cui un
Cornelio sappia rendersi conto, cogliendoli
nel momento in cui nascono e riproponendoli
quando essi già stentano a trovare soluzioni»
(pp. 47,48,49).
[F. L.l
55.
OTTO
Stephan,
La decostruzione del
la «ragione eroica» nella filosofia classica te
desca: Vico, Kant, Fiche, Hegel,
in
Eroi ed età
eroicheattorno a Vico,
a cura di E. Nuzzo, Ro
ma, Edizioni di Storia e Letteratura, 2004,
pp. 365-380.
In questo scritto articolato e ben ragio
nato, comparso nel ponderoso ed importan
te volume curato da E. Nuzzo, Stephan Otto
giudica «falso» il discorso su «Vico senza He
gel», come si sa elaborato in un famoso sag
gio di P. Piovani, edito nel 1968 nel volume
collettaneo,
Omaggio a Vico,
promosso dal
maestro napoletano e poi tradotto in inglese.
Discorso «falso» perché «non filosofico». Ciò
perché, a giudizio di Otto, è possibile coglie
re «una linea di collegamento finora del tut
to occultata tra Vico e I legel», in quanto «in
entrambi è in gioco il problema deU’esprimi-
bilità della ragione eroica» (p. 379). Il prof.
Otto, ovviamente, è liberissimo di sostenere
le tesi filosofiche che più gli piacciono e di
esprimere i giudizi che gli appaiono oppor
tuni su tutto e su tutti. Ciò che mi pare meno
ovvio è identificare
tout court
il pensiero filo
sofico con la
sua filosofia.
Forse il prof. Otto
sa o ammetterà che la storia della filosofia è,
per definizione, il campo di prova e la docu
mentazione della possibilità e della moltepli
cità delle culture filosofiche. Certo io so bene