AVVISATORE BIBLIOGRAFICO
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me diverso è il genere di consapevolezza col
quale sono affrontate tali materie; cionono
stante, sottolinea l’A., «it is worth remarking
that Vico shared these problems with many
pragmatists» (p. 438).
La critica vichiana del cartesianesimo è
del pari connessa sia col rifiuto di una con
cezione contemplativa della conoscenza, sia,
più specificamente, col tema della verità ma
tematica che, per Vico, «is wholly producti
ve and constructive»
(ibid.).
Conosciamo gli
elementi matematici perché li costruiamo,
ma non possiamo applicarne la dimostrazio
ne alla fisica poiché questa non è frutto di una
nostra produzione. Il
cogito
cartesiano
confonde perciò l’essenziale distinzione fra il
livello psicologico della certezza e quello og
gettivo della verità. Similmente, i pragmatisti,
e Peirce prima di tutti, hanno edificato il pro
prio sistema a partire dal rifiuto del paradig
ma scientifico cartesiano: «Cartesian doubt,
according to Peirce is a sham [...]. The test
for certainty is not to be found in thè privacy
of one’s own consciousness, but in thè even-
tual consensus of competent investigator. In
this sense, Peirce rejects intemalism for scien-
tifìc knowledge» (p. 439).
Le ragioni di affinità fra il pensiero vi
chiano e il pragmatismo sono dalla Palmer
appena accennate. Le poche pagine entro cui
si chiude l’articolo non avrebbero d’altro
canto permesso di andare oltre il piano di una
semplice comparazione fra i differenti argo
menti. Malgrado ciò, l’A. riesce a indicare i
punti nodali per un eventuale approfondi
mento teorico della questione. Il rischio, dal
punto di vista storico, è quello di attribuire
filiazioni e legami incerti; posta però questa
cautela, è indubbio che accostamenti come
quello portato avanti dalla Palmer diano pro
va del fatto che la riflessione vichiana può of
frire sempre nuova occasione d’indagine al-
l’evolversi del dibattito filosofico.
[G. Cer.]
57.
PAOLOZZl
Ernesto,
Lestetica di Rag
ghiatiti tra Vico e Croce,
in
Ragghiami critico
e politico
, a cura di R. Bruno, Milano, Fran
co Angeli, 2004, pp. 104-109.
L’A. propone in questo saggio una breve
riflessione sull’estetica di Carlo Ludovico
Ragghiami, rilevandone la «filiazione crocia
na» (p. 104). Paolozzi, infatti, sottolinea la
costante attenzione dimostrata dal critico
d’arte toscano nei confronti del pensiero
estetico di Croce, e in un certo qual modo an
che nei confronti delle intuizioni di Vico. Il
punto centrale del pensiero di Ragghiami
- così l’A. - «riguarda senza dubbio la pos
sibilità di specificare un senso proprio delle
arti figurative [...], senza venir meno all’as
sunto fondamentale della sostanziale unità
delle arti. Che il giudizio estetico, infatti, sia
sempre tale, che si giudichi di musica o di
poesia, di romanzo o di architettura, di scul
tura o di cinema, rimane un punto fermo ma
è altrettanto vero che l’esperienza concreta,
il ‘fare’ arte e critica, vichianamente (e Rag
ghiami, soprattutto l’ultimo Ragghiami, sem
pre richiama la produttività vichiana), ci in
duce a ritrovare nell’orizzonte dell’universa
le arte la specificità della singola arte giacché
veruni et factum convertuntur»
(pp. 104-
105). Paolozzi si sofferma in seguito su quan
to riconosce di innovativo entro la riflessio
ne di Ragghiami nell’ambito della «tradizio
ne estetica vichiano-crociana» (p. 106), ov
vero l’intuizione che la specificità delle arti
figurative consiste nel loro peculiare svilup
po e nel processo di svolgimento che le inve
ste, un processo di cui il critico mette in lu
ce, in questa sua analisi, la difformità e l’irri
ducibilità rispetto al linguaggio verbale.
[A. Scogn.]
58.
P
ommier
VlNCELLI
Federico,
Tra
Machiavelli e Vico. Croce interprete della let
teratura politica della ragion diStato,
in «Sto
riografia» VII (2003), pp.139-160.
L’articolo ripercorre attentamente nel
suo svolgimento diacronico lo sviluppo del
pensiero di Croce sul tema della ragion di Sta
to e, parallelamente, la vicenda delle diverse
redazioni del saggio su
Machiavellie Vico.
An-
che come reazione all’affermarsi del fascismo
e alle interpretazioni di Machiavelli finalizza
te a sostenerne il regime, fin dalla recensione