252
AVVISATORE BIBLIOGRAFICO
all’edizione del
Principe
curata da Chabod
(1924),
Croce mira ad un «depotenziamento
del concetto della forza come
‘virtus’
politi
ca» (p.
143)
e al recupero, pur sul fondamen
to della scoperta machiavelliana dell’autono
mia della politica, del problema del rapporto
fra politica e morale. In ciò Croce si incontra
da un lato con l’opera di Meinecke, dall’altro
con il filone di pensiero costituito dalla trat
tatistica seicentesca sulla ragion di stato che
lo stesso storico tedesco aveva contribuito a
rivalutare rispetto a un giudizio tradizional
mente svalutativo. Croce sottolinea così via
via l’importanza di autori noti e meno noti,
come Botero, Campanella, Zuccolo e Tor
quato Accetto, dal quale ultimo riprende il te
ma della dissimulazione, anch’esso denso di
implicazioni riguardo al rapporto fra etica e
politica. Nell’ambito della relativa rivaluta
zione crociana della politica e della cultura
della Controriforma espressa nella
Storia del
l’età barocca in Italia
, i teorici della ragion di
Stato acquisiscono progressivamente impor
tanza e finiscono per costituire una tappa fon
damentale nella linea di continuità che con
duce dalla ‘scoperta’ machiavelliana della po
litica alla definitiva ‘mediazione’ vichiana fra
politica e morale: non a caso dunque il capi
tolo su Machiavelli e Vico pubblicato nel
1931
in
Etica e politica
contiene un riferi
mento a Zuccolo e a Campanella assente nel
le precedenti redazioni del
1924
e
1925.
[D. A.]
59.
POMPA
Leon, recensione a N. Du
B o is M a rcu s,
Vico and Plato
(New York,
Lang,
2001),
in «International Studies in
Phi-
losophy» XXXV
(2003) 4,
pp.
234-235.
60.
POMPA
Leon, recensione a
G . M
az
-
ZOTTA,
La nuova mappa del mondo. La filo
sofiapoetica diGiambattista Vico
(Torino, Ei
naudi,
1999),
in «International Studies in
Philosophy» XXXV
(2003) 4,
pp.
364-365.
61.
Quii.LEN
Carol E., recensione a S.
RUDNIK L u ft,
Vico
’j
uncanny humanism:
Reading thè ‘New Science’ between modem
andpostmodern,
in «American Historical Re-
view» CX
(2005) 1,
pp.
99-100.
62.
The Return ofScepticism. From Hob
bes and Descartes to Bayle
, ed. by G. Pagani
ni, Dordrecht, Kluwer Academic Publishers,
2003,
pp.
486.
Nel volume, che pubblica gli Atti del
Convegno internazionale su «Il ritorno dello
scetticismo», svoltosi a Vercelli nel
2000
(presso la Facoltà di Lettere e Filosofia del-
PUniversità del Piemonte Orientale), i più si
gnificativi riferimenti a Vico cadono in due
delle cinque sezioni tematiche che spaziano
dall’«English Context» (da Hobbes a Locke,
dai Platonici di Cambridge al Latitudinari-
smo) a quello franco-olandese (da Cartesio a
Malebranche, da Arnauld a Huet, da Bayle
aU’antiscetticismo postbayleiano): nella ter
za, su «Post-Cartesian Ramifications», è lo
studio di Maria Teresa Marcialis a richiama
re l’attenzione su
Sceptical readings of Carte-
sian evidence in seventeenth-and eighteenth-
century Italy
(pp.
231-246).
Nelle letture cri
tiche delle nozioni cartesiane di «idea» e di
«evidenza», tra Seicento e Settecento (tra le
riflessioni di Fardella nel
Universae Philo
sophiae Systema
del
1691
e quelle di Doria
nella
Filosofia
del
1728)
si collocano le pagi
ne del
De antiquissima.
L’A. le esamina con
acutezza, mostrando, al di là di un generale,
comune sentire anticartesiano, le differenti
premesse che distinguono l’«essentialism of
thè
veruni factum
theory» con «originai and
innovative connotations» (p.
232),
dettate
dall’incontro con Malebranche, dalla «Pla-
tonic» form of essentialism» del Doria (p.
233)
e dal sincretismo fardelliano tra i moti
vi dell’«Augustinian Cartesianism with a Bo-
rellian experimentalism» (p.
231).
Questo ri
ferimento alla cultura scientifica si ap
profondisce nella sezione V dedicata a
«Scepticism and Sciences» e, in particolare,
nel contributo di Maurizio Torrini,
From Ga
lileo to Vico: thè uncertainty and arrogance of
knowledge
(pp.
327-341).
In esso, collegate
le forme di scetticismo in Italia alla «Galilean
revolution» (p.
237),
l’A. esamina, con effi-