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FABRIZIO LOMONACO
quantità di contributi e di spunti per nuove direzioni di ricerca, condi­
videndo con la cultura italiana di secondo Novecento l ’istintiva insoffe­
renza per le forzate ricostruzioni e gli insostenibili esercizi interpretati­
vi sulla
semantica
e l’
etim ologia
, da richiamare, invece, alle loro fonti sto­
riche d’ispirazione. E quanto ha attestato la prima serie della rivista, co­
me il suo fondatore segnalava, nel 1979, all’illustre studioso Giuliano
Bonfante che aveva reclamato più attenzione alla linguistica, proponen­
do la pubblicazione della sua relazione al convegno
Vico-Venezia
(1978)
che la natura estetica, poetica e non logica, del linguaggio vichiano op­
poneva alla linguistica matematica e a quella cartesiana di Chomsky.
Ma — gli rispondeva Piovani nel novembre 1979 - tutti i primi nove nu­
meri del nostro
BOLLETTINO
mostrano che il Vico ‘linguista’ e grande filo­
sofo del linguaggio non vuole essere trascurato dalle nostre indagini, anche
se, in materia (come dicevamo una volta col compianto Pagliaro) avere con­
tributi qualificati sia particolarmente difficile60.
Con gli accurati saggi critico-filologici del Visconti che hanno effica­
cemente ricostruito la polemica vichiana contro il convenzionalismo lin­
guistico dei «grammatici» latini del Cinquecento, Giulio Cesare Scalige­
ro e Francisco Sanchez61, un tema si è imposto almeno nei primi quattro
numeri del «Bollettino»: lo studio delle relazioni Vico-Rousseau. Abban­
donato il tanto facile quanto infecondo esercizio di stabilire ipotesi e con­
getture su effettive relazioni dirette, la ricerca più aggiornata ha cercato
di riconoscere il senso di una riflessione su molti temi d’interesse comu­
ne, partendo dalla concezione dell’origine del linguaggio e delle culture,
del diritto naturale e del ‘selvaggio’. Un contributo allo studio del tema
con riferimento alla storiografia moderna (da Porset a Cassirer, da Mas-
son a Derathé, da Starobinski a Derrida) ha dato ai lettori del secondo
numero del «Bollettino» (1972) Eugenio Garin che, già nelle lettere a Pio­
vani tra l’ottobre e il dicembre 1971, rispondendo alla proposta di tene­
re, nel 1972, a Napoli una «lettura vichiana», proponeva un intervento
proprio sul confronto Vico-Rousseau, giudicandolo «assai fruttuoso», un
delle proprie gambe e dei propri piedi, e ne verificasse di continuo la presenza e il funziona­
mento»
(Giovanni Nencionia Pietro Piovani,
Firenze, 5 luglio 1975, ora in Archivio della «Fon­
dazione Pietro Piovani per gli Studi Vichiani», cartella 6/h [c. lr-v], c. lv).
60
Giuliano Bonfante a Pietro Piovani,
s. 1. [ma Roma], 7 novembre 1979, ora in Archivio
della «Fondazione Pietro Piovani per gli Studi Vichiani», cartella 6/1 (c. 1r-v);
Pietro Piovani
a Giuliano Bonfante,
Napoli, 12 novembre 1979, lettera in copia, ora in Archivio della «Fon­
dazione Pietro Piovani per gli Studi Vichiani», cartella 6/1, c. 1. Di Bonfante cfr.
Vico e la lin­
guistica,
in questo «Bollettino» X (1980), pp. 134-138.
61G. G.
VISCONTI,
Il Vico e due grammatici latini del Cinquecento,
ivi,
IV
(1974), pp. 51-82.
1...,16,17,18,19,20,21,22,23,24,25 27,28,29,30,31,32,33,34,35,36,...272