PIETRO PIOVANI E IL «BOLLETTINO DEL CENTRO DI STUDI VICHIANI»
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«argomento che mi appassiona sempre di più [ ...] » ed è «un gran piace
re generarlo»62. Attingendo a fonti comuni, Vico e Rousseau promuovo
no, ognuno a suo modo, una rivalutazione delle forme storiche e simbo
liche del linguaggio poetico, lontano dai paradigmi della razionalità for
male e astratta, inadeguata a cogliere i contrassegni fantastici dell’età pri
mitiva, a teorizzare un identico modello di sviluppo nelle civiltà, secon
do quella griglia «tassonomica» che ha suggerito a Dario Faucci di avvi
cinare i due filosofi del Settecento all’«antropologia strutturale» di Lévi-
Strauss e ad Antonio Verri di approfondire altri momenti della storia del
la filosofia del linguaggio, offrendo, nel «Bollettino» tra il 1974 e il 1980,
originali contributi allo studio critico delle relazioni del filosofo della
Scienza nuova
con James Burnett (Lord Monboddo) e Warburton63.
Nella cultura tedesca del Novecento la rivalutazione del nesso
filo s o
fia -filologia
ha impostato una rinnovata disamina del problema
linguag
gio.
E linguaggio e mito sono, com’è noto, al centro dell’idea vichiana di
filo logia ,
ripensata e valorizzata dall’esegesi dei noti saggi di Erich Auer-
bach. Nel «Bollettino» del 1972 Tessitore li ha accuratamente discussi e
riproposti al lettore italiano, sottolineando l’importante accezione an
tropologica della filologia nell’interpretazione dello studioso tedesco, te
sa a esaltare la funzione del mito quale fonte del
Volkgeist,
di un’origi
naria condizione di vita in una forma-processo che è sempre «dramma
tica». Dopo Auerbach e il suo Vico, pensatore «solitario» ma, diversa-
mente da Croce, collegato al barocco europeo e lontano dal romantici
smo tedesco64, è stato Apel a ricostruire
Videa d i lingua nella tradizione
d e ll’umanesim o da Dante a Vico
(1963), riconoscendo alla
Scienza nuova
la funzione fondativa della riflessione sul mito e sul primato dell’attività
fantastica. L’opera dell’autore tedesco è stata introdotta nella cultura ita
liana anche grazie alla meritoria traduzione del 1975 che il «Bollettino»
del 1977 ha presentato, affidandone la recensione ad Andrea Battistini,
acuto nel sottolineare di Apel l ’identificazione, in Vico, del trapasso
dall’«apologia dei contenuti educativi della retorica» a una sua com
prensione storica in grado di giungere a un vero e proprio «superamen-
62
Eugenio Garin a Pietro Piovani,
Firenze, 3 ottobre 1971 (c. lr-v),c. lv ;s.l. [ma Firenze],
1° dicembre 1971 (cc. lr-v), c. lv; s. 1. [ma Firenze], 27 dicembre 1971 (c. lr-v), c. lv, ora in Ar
chivio della «Fondazione Pietro Piovani per gli Studi Vichiani», cartelle 6/d, 6/c. Cfr. di E.
GA
RIN,
Aproposito d el rapporto fra Vico e Rousseau,
in questo «Bollettino» II (1972), pp. 61-63.
63 D.
F
aucci
,
Vico, Rousseau, Lévi-Strauss,
ivi, III (1973), pp. 200-202; A.
V
erri
,
Vico e
Rousseau filo so fi d el linguaggio,
ivi, IV (1974), pp. 83-104;
I
d
.,
Vico e M onboddo
, ivi, VII
(1977), in partic. pp. 163-168 e Id.,
Vico e Warburton,
ivi, X (1980), pp. 179-190.
64 Cfr. F.
TESSITORE,
Su Auerbach e Vico,
ivi, II (1972), in partic. pp. 83-85.