PIETRO PIOVANI E II. «BOLLETTINO DEL CENTRO DI STUDI VICHIANI»
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del Capograssi, valorizzata per la sua tensione a essere «oltre il testo»,
nei «nodi e [ ...] problemi caratteristici» che Piovani commentava, ri­
chiamando l’attenzione dei lettori del «Bollettino» sui principali motivi
speculativi: il «genetismo» di Vico, «poeta dell’alba», secondo la felice
definizione capograssiana che implica la messa in crisi di ogni ontologia
tradizionale, la lettura tragica e, quindi, storica del momento delle ori­
gini, distinta da quella esclusivamente logica di Rousseau; l ’intuizione
della ragione che vive agendo e si realizza, perciò, nel mondo dell’azio­
ne; la distanza da una «data lettura» della filosofia della storia agostinia­
na a disegno e fine predefiniti; il modello contrastante la libera storia fat­
ta dall’uomo che implica un solo fine possibile e individuabile: la fine co­
me «catastrofe»; la «continua sperequazione e continua equazione» tra
individuo e storia, coerente con l ’interesse vichiano per le «masse» che
fanno il mondo umano; la funzione della
Provvidenza
come legge di
n e­
cessità\
chiamata a salvare l’uomo non nei trionfi ma nelle sue cadute, a
garantire, cioè, un
ord in e
senza mai renderlo «provvidenziale», dettan­
do, così, le condizioni di una vera «catastrofe», l’unica, autentica condi­
zione di riscatto dentro la vita umana97. Perciò, Piovani può assai bene
dire che lo storicismo implicito nella capograssiana scienza del diritto è
quello «universalizzante e uniformante», in cui le ragioni dei soggetti
agenti sono salvate dal teorizzato nesso fondamentale tra le «categorie
profonde» dell’umanità e la trascendenza dell’Assoluto con la media­
zione delle categorie, insieme storiche e metafisiche, della legge mora­
le98. Il che richiede l’approfondimento della «filosofia» come problema
del soggetto dinanzi alla imperfezione costitutiva del suo essere a com­
piere il proprio destino in un’esperienza giuridica e in una scienza del
diritto che «non hanno conclusione [...] presentano e rappresentano,
ma non risolvono, l’enigma del loro dilemma e del loro problema costi­
tutivo». Esperienza e scienza del diritto tradiscono un’originale, com­
97 Id.,
Capograssi e Vico,
cit., pp. 195-197, 199-202, poi in
FNV,
pp. 325-328, 331-336;
Id., recensione a R.
ESPOSITO,
Vico e Rousseau e il m oderno Stato borghese
(Bari, 1976), in que­
sto «Bollettino» VII (1977), p. 210.
98 Cosi
I
d
.,
Introduzione
a G.
C
apograssi
,
Il problema della scienza del diritto,
nuova edi­
zione a cura di P. Piovani, Milano, 1962 (d’ora in poi si cita con la sigla
PSD,
seguita dall’indi­
cazione delle pagine relative alla ristampa in G.
CAPOGRASSI,
Opere,
voi. II, Milano, 1959), p.
XXXI. «Nello storicismo letteralmente neo-vichiano di Capograssi - aggiunge Piovani - si rin­
nova così l’incontro, o la collaborazione, fra la Storia Universale e il Diritto Naturale, in un ten­
tativo di collaborazione che probabilmente mette in crisi tale storicismo rivelandone le aporie,
scoprendone le probabili antinomie»
(ibid ).
Su questo giudizio, rivelazione, secondo me, della
radicale opposizione di questo Piovani (di inizio anni Sessanta) a ogni ontologia della storia, si
veda G.
AGOCELLA,
Scienza del diritto e diritto naturale in Giuseppe Capograssi
[1973], poi in
Id.,
L'etica sociale di Giuseppe Capograssi,
Napoli, 1992, pp. 106 sgg.
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