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FABRIZIO LOMONACO
bliografici» e segnalazioni di eventi o iniziative culturali su Vico («Noti
ziario»); un’articolazione che non conobbe modifiche nei fascicoli della
prima serie, tutti pubblicati una volta all’anno, con singolare, esemplare
puntualità, in formato di circa 220 pagine con le sole eccezioni del pri
mo numero (di settanta pagine) e dell’ultimo (1980), accresciuto più del
doppio per la presenza di un corposo
Indice g en era le della prima serie.
Per cogliere i contenuti del progetto culturale a base della rivista, oc
corre risalire alle motivazioni scientifiche delle iniziative promosse, nel
1968, in occasione del tricentenario della nascita del Vico, tutte attra
versate dall’esigenza di un vero e proprio ripensamento critico generale.
Lontano dagli interessi teorici delle letture neoidealistiche, si avvertiva
l ’urgenza di avviare nuove indagini in campi e su tematiche scarsamen
te considerate, identificando nel pensatore napoletano un termine di ri
ferimento comune alle varie tendenze della riflessione filosofica moder
na sui rapporti tra scienza, storia e filosofia, scienze della natura e scien
ze dello spirito, etica e filosofia. Da qui l’esplicita intenzione del «Bol
lettino» di proporsi programmaticamente come un nuovo luogo di in
contro e di confronto critico tra posizioni e linguaggi culturali divergenti,
utile all’«avvertita esigenza di organizzazione e di libero lavoro», consa
pevole dei limiti di ogni impresa d
'équipe
o di «organizzazioni troppo
organizzate» e, tuttavia, impegnato a difendere gli studi dai rischi della
dispersione propri delle indagini non coordinate2. Nella cultura italiana
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Così Id.,
Il Centro di Studi Vichiani,
in questo «Bollettino» I (1971), pp. 7, 12. Nei me
si di preparazione del primo numero della rivista (quello del 1971) Piovani scriveva a Garin
«a proposito del
CENTRO DI STUDI VICHIANI»:
«Io son restio alle organizzazioni troppo orga
nizzate. Mala cosa, pur nei suoi modesti limiti, prende un certo corpo [...]. Se occorrerà crea
re qualcosa di un po’ più ‘organizzato’, tipo Centro Studi Aristotelismo Padovano, deve au
torizzarci a mettere il Suo nome in una specie di ‘Comitato Scientifico’ [...]. Penserei anche,
per esempio, a
CORSANO,
a
VASOLI,
a
BADALONI.
Mi piacerebbe poter pensare anche a
PAOLO
ROSSI
[...]» (
Pietro Piovani a Eugenio Garin
, Napoli, 23 marzo 1971, lettera in copia, ora in
Archivio della «Fondazione Pietro Piovani per gli Studi Vichiani», cartella 7/i, c. 1). Nel 1974
a Maurizio Torrini confessava: « [...] Io, nel mio piccolo, istintivamente, non so vedere che
fondati [i rapporti culturali] sulla aperta e libera cooperazione tra menti e metodologie di
verse, fecondamente diverse (niente quanto l’uniformità è nemica dell’invenzione intellettua
le)» (
Pietro Piovani a Maurizio Torrini,
Napoli, 22 dicembre 1974, lettera in copia, ora in Ar
chivio della «Fondazione Pietro Piovani per gli Studi Vichiani»,
Carteggio Torrini,
c. 1). Rin
grazio il mio Maestro, Fulvio Tessitore, Presidente della suddetta Fondazione, per avermi au
torizzato alla consultazione di questa documentazione inedita (e dell’altra qui di seguito uti
lizzata), concedendomi, altresì, l’onore di avviare i lavori preparatori alla raccolta e sistema
zione del carteggio piovaniano. Cfr., da ultimo,
La Biblioteca della Fondazione Piovani. La Col
lectio Viciana,
a cura di P. Annunziata,
Introduzione
di F. Lomonaco,
Presentazione
di F. Tes
sitore, Napoli, 2005, in partic. parte V «Carte e Documenti di Pietro Piovani», pp. 137-153.
Ringrazio, altresì, i corrispondenti di Piovani che hanno cortesemente consentito la pubbli
cazione (parziale) del carteggio.