TRAGEDIA E FILOSOFIA IN ARISTOTELE
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menta che, per essere felici, è necessaria la saggezza, e che questa consi­
ste nel non commettere mai empietà verso gli dèi, e quindi nell’obbedi-
re alle leggi non scritte. La vera eroina della saggezza è dunque, pur nel­
la sua giovinezza, Antigone, che ha scelto di morire, mentre ai superbi,
come Creonte, solo con la vecchiaia i «grandi colpi», cioè le grandi scia­
gure, insegnano ad essere saggi. E difficile, credo, trovare in una trage­
dia una dichiarazione più esplicita del fine dell’intera rappresentazione,
cioè l’apprendimento della saggezza: con dolore, da parte di Creonte, col
piacere prodotto dalla catarsi, da parte degli spettatori. Sembra quasi che
la teoria aristotelica della catarsi tragica sia modellata su quest’opera54.
Un’ultima annotazione sul rapporto fra tragedia e filosofia in Aristo­
tele. Questi afferma, come abbiamo visto, che la poesia, e quindi la tra­
gedia, che della poesia è la massima espressione, è «p iù filosofica»
(phi-
losophòteron)
della storia. Ciò non significa che la poesia è, per Aristo­
tele, filosofia, e tanto meno che la vera filosofia è la poesia, come pensa
invece Heidegger. Il termine
philosophia
non significa, infatti, «filoso­
fia», nel senso che diamo noi a questa espressione, cioè quello di un ti­
po particolare di sapere, distinto da ogni altro. Per Aristotele
philosophia
è sinonimo di
episteme,
cioè di scienza, sapere in generale, conoscenza
dell’universale. La poesia è «più filosofica» della storia, cioè della sem­
plice narrazione, o «descrizione», del particolare (tale è il significato del
greco
historia
), perché coglie l ’universale, e forse anche perché educa,
forma il carattere, insegna le virtù etiche della medietà e la virtù dianoe­
tica della
phronèsis.
Ma la
phronèsis,
per Aristotele, prescrive quali azio­
ni compiere e quali evitare al fine di ottenere la felicità, dunque è al ser­
vizio della
sophia,
nel cui esercizio la felicità consiste55. Quest’ultima,
semmai, corrisponde a quella che noi chiamiamo «filosofia». Invece la
riflessione sulla poesia, ad esempio quella contenuta in un’opera come
la
Poetica,
la quale dice che cos’è la poesia, qual è il suo scopo, come lo
raggiunge, ecc., è anch’essa filosofia, ma non
sophia,
cioè filosofia teore­
tica, bensì, forse, filosofia pratica, cioè un sapere avente per fine la pras­
si, anzi la
eupraxia,
cioè l’agire bene. Questo potrebbe essere uno spun­
to di riflessione interessante per stabilire lo statuto epistemologico, dal
punto di vista aristotelico, della retorica e della poetica.
E
n rico
B
erti
54 In
questo
concordo con
RICOEUR,
op. cit.
55 Cfr.
A
ristot
.
Eth. Nic.
VI 13,1145 a 6-11.
1...,59,60,61,62,63,64,65,66,67,68 70,71,72,73,74,75,76,77,78,79,...272