IL SAPERE, LA NORMA, LA POESIA
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Nel luogo della
fisica poetica
appena sopra citato Vico non fornisce
ulteriori chiarimenti sul significato del carattere
pratico
da lui attribuito
al
sapere poetico
ma ci mette a disposizione una preziosa indicazione. La
dimostrazione
del fatto che il
sapere p oetico
abbia un carattere eminen
temente creativo e pratico, dice Vico, la si può trovare nel terzo libro del
la
Scienza nuova,
libro intitolato «Della discoverta del vero Omero». La
tesi interpretativa che Vico sostiene nel libro dedicato ad Omero è stata
molto apprezzata in ambito letterario. La poesia omerica, così Vico, non
è stata prodotta da un unico poeta; Omero è un
universale fantastico
, il
coagulo dell’immaginazione popolare dalla cui creatività è nato il mon
do umano e la forma dell’umano nella costituzione ontologica da noi co
nosciuta. Non è però sul carattere popolare della poesia omerica che Vi
co desidera attrarre la nostra attenzione nella
fisica poetica
19. Ciò che di
filosoficamente rilevante il terzo libro della
Scienza nuova
deve
dimo
strare
è che i
ritruovati
necessari alla vita sono stati scoperti prima del
l’avvento di quella forma di filosofia che ci fa accedere al
sapere riposto.
E stata, cioè, per Vico la filosofia
pratica
e
creativa
, quella filosofia che ci
mette in grado di accedere ad una forma di sapere che Vico dice
p oeti
ca,
a scoprire tutto ciò che è necessario alla vita. La poesia del «vero»
Omero, prodotta da una
fantasia
che è insieme
memoria,
è vero sapere,
conoscenza ordinata dall
'ingegno,
delle
gesta
che hanno generato la
fo r
ma umana20.
In Omero, nel suo dire creativo, è contenuto per Vico il
mo
dello
di una modalità del sapere che è ad un tempo anche
produzione
del
la verità e della norma. Il compito filosofico che il terzo libro della
Scien
za nuova
deve assolvere è, dunque, quello di ripensare
sinteticamente
i
caratteri più propri della teoria che Vico ha
analiticamente
esposto nel
secondo libro della sua opera. Attraverso
la discoverta d el vero Omero,
attraverso l ’interpretazione del significato filosofico della poesia omeri-
19 Sulla novità storiografica della interpretazione vichiana di Omero si veda: A.
PAGLIA
RO,
Omero e la poesia popolare in G.B. Vico,
in
I
d
.,
Altri saggi di critica semantica,
Messina-Fi-
renze, 1961, pp. 447-474. Ciò che interessa Pagliaro è il contributo di Vico al costituirsi del
concetto di poesia popolare.
20 «Or tutte queste cose e ragionate da noi e narrate da altri d’intorno ad Omero e i di lui
poemi [...] ci trascinano ad affermare che tale sia adivenuto di Omero appunto quale della
guerra troiana, che, quantunque ella dia una famosa epoca de’ tempi alla storia, pur i critici
più avveduti giudicano che quella non mai siesi stata fatta nel mondo. E certamente, se, co
me della guerra troiana, così di Omero non fussero certi grandi vestigi rimasti, quanti sono i
di lui poemi, a tante difficoltà si direbbe che Omero fusse stato un poeta d’idea, il quale non
fu particolar uomo in natura. Ma tali e tante difficoltà, e insiememente i poemi di lui perve
nutici, sembrano farci cotal forza d’affermarlo per metà: che quest’Omero sia egli stato un’i
dea ovvero un carattere eroico d’uomini greci, in quanto essi narravano, cantando, le loro sto
rie». (
Sn44,
p. 841).