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FABRIZIO LOMONACO
te perseguita, escludeva, tuttavia, l ’accoglienza acritica di qualsiasi opi
nione e dell’impreparato dilettante, richiamando, invece, al senso di re
sponsabilità e al «dovere del giudizio»4. Il che si traduceva in uno stile
austero e rigoroso nelle relazioni con i ricercatori-collaboratori, solleci
tati a essere interpreti responsabili finanche nel lavoro di segnalazione e
di «avviso» bibliografico nella relativa sezione del «Bollettino»: «In ge
nere, - scriveva Piovani nel 1978 ad Andrea Battistini, uno dei primi e
più assidui collaboratori alla rivista - nell’avvisatore, io siglo e faccio si
glare anche la riga in cui sia un accenno di
giudizio
, una presa di posi
zione (che non deve mai essere anonima, specie se sfavorevole)»5.
Dal punto di vista dei contenuti emergeva come generale e fonda-
mentale indirizzo di studio il tentativo di opporre al filosofo «precurso
re» di Comte, di Hegel e di Croce il «Vico come problema» da indaga
re sempre di più alla luce di temi e prospettive di carattere storico-cul
turale in campi e discipline diverse in grado di attestare la vocazione in
terdisciplinare della cultura europea contemporanea, non contrastante
con la mai sottaciuta «causa della specializzazione». Nell’aggiornata ope
ra di trasmissione e di cooperazione del sapere l’impegno è stato anche
quello di misurare e disciplinare differenti atteggiamenti interpretativi,
riportandoli, anche nel caso di Vico, al piano concreto della «valutazio
ne faticosa dei fatti, non nella sonorità metodologizzante delle parole».
Con ciò della filosofia vichiana si disvelava un modo d’essere «nell’uni
versale e nel minuzioso, tutta cose», un modo che, senza indebolire la
sua dimensione teorica, restava fedele alla
discoverta
della connessione
di filosofia e filologia, della filologia quale scienza filosofica, estranea al
mero filologismo, perché interessata a oltrepassare l’originaria «curiosità
filologica»6. Perciò, nella prima serie del «Bollettino», gli studi di soste
gno al «nuovo corso» sono stati - sia pure con le debite eccezioni - so
prattutto critico-filologici, impegnati, cioè, a favorire più dettagliate ri
cerche testuali e una restaurazione ecdotica dell’opera vichiana. E tale
finalità era al vertice delle attività programmate nel secondo numero del
4
I
d
.,
Il Centro di Studi Vichiani,
cit., p. 13;
I
d
.,
Dieci annate d el «Bollettino d el Centro di
Studi Vichiani»,
cit., pp. 6-7.
5
Pietro Piovani ad Andrea battistini,
Napoli 21 ottobre 1978, ora in Archivio della «Fon
dazione Pietro Piovani per gli Studi Vichiani»,
Carteggio Battistini,
c. 1.
6 P.
PIOVANI,
Dieci annate d el «Bollettino d el Centro di Studi Vichiani»,
cit., p. 7;
I
d
.,
Per
g li studi vichiani,
cit., p. 385. In proposito e per una complessiva indagine sulP'impresa’ vi
chiana del Piovani, sia consentito rinviare al mio
Pietro Piovani e il Centro di Studi Vichiani,
in questo «Bollettino» XXX (2000), pp. 153-175 (è il testo della relazione al Seminario di stu
di su «Pietro Piovani a vent’anni dalla morte», pubblicato anche in «Archivio di Storia della
Cultura» XIV, 2001, pp. 189-210).