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VANNA GESSA KUROTSCIIKA
Nel concetto di
universale fantastico
è tale aspetto del carattere edu­
cativo e normativo della poesia, da Aristotele già sottolineato, ad aver
giocato un ruolo fondamentale. Il riferimento di Vico ad Aristotele è mol­
to preciso e coglie molto bene i nessi che Aristotele istituisce fra la poe­
tica e l’etica. Non solo nel passo della
Scienza nuova
che abbiamo citato
Vico attribuisce ad Aristotele la paternità del concetto di
universale fan ­
tastico
o
carattere p o etico
; Vico riprende anche il raffronto aristotelico fra
fatto accaduto e
gen ere poetico.
Aristotele, lo abbiamo visto, usa il ter­
mine
verosimiglianza.
Inventando i
gen eri p oeticità
poesia è più seria del­
la storia, diceva Aristotele, perché la storia narra solamente ciò che è ac­
caduto; la poesia invece costruisce il
gen ere esemplare,
narrando secon­
do
verosimiglianza
ciò che
d ev e
accadere. Vico assegnerà all
'universale
fantastico
la stessa funzione paradigmatica rispetto a ciò che semplice-
mente accade. Il
gen ere fantastico
contiene anche per Vico qualcosa di
più rispetto a ciò che semplicemente è
Se bene vi si rifletta, il vero poetico è un vero metafisico, a petto del qua­
le il vero fisico, che non vi si conforma, dee tenersi in luogo di falso. Dallo
che esce questa importante considerazione in ragion poetica: che’l vero ca­
pitano di guerra, per esempio, è ‘1Goffredo che finge Torquato Tasso; e tut­
ti i capitani che non si conformano in tutto e per tutto a Goffredo, essi non
sono veri capitani di guerra34.
Goffredo è un condottiero più vero di qualsiasi condottiero, è il mo­
dello, il paradigma di ogni condottiero di valore. Che il
Sapere poetico
sia
verosimile,
dunque, non toglie verità a tale forma di sapere. L’essere
v e­
rosimile
del vero poetico, coagulato nel
gen ere
o
universale fantastico,
ne
esprime il carattere
pratico
e, insieme,
normativo.
In quanto
verosim ile
il
genere fantastico è più vero di ciò che già è, è il modello, la norma a cui
l’agire deve attenersi. Ma proprio su ciò anche Aristotele aveva in parti­
colare insistito:
34
Sn44,
capov. 205, p. 513. Battistini aveva sottolineato il legame della teoria
àc\\'uni­
versale fantastico
con gli sviluppi della retorica
(Antonomasia e universale fantastico,
in
Reto­
rica e critica letteraria,
a cura di L. Ritter Santini e E. Raimondi, Bologna, 1978, pp. 105-123).
Ciò che qui si vuole sottolineare è il nesso filosofico dell’universale fantastico con il concetto
aristotelico di universalità esemplare, concetto che per Aristotele ha grande rilevanza nel­
l’ambito dell’etica oltre che della poetica e che oggi è al centro della attenzione filosofica di
un ampio settore di riflessione nell’ambito del pensiero etico e politico. Sorrentino d ’altra par­
te sottolinea che Vico aveva una precisa conoscenza di opere quali la
Poetica d ’Aristotele vul­
garizzata, et sposta per Lodovico Castelvetro,
stampata in Vienna d’Austria per Gaspar Stainho-
fer, 1570, P.
B
eni
,
In Aristotelis poeticam Commentarii,
Francesco Bolzetta, Padova, 1613, E.
TESAURO,
Il cannocchiale aristotelico
, presso Paolo Baglioni, Venezia, 1663. Si veda: A. SOR­
RENTINO,
La retorica e la poetica in Vico,
Torino, 1927, pp. 47 sgg.
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