IL SAPERE, LA NORMA, LA POESIA
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seguito. La facoltà che è in gioco nel momento in cui il desiderio opera
nel raffigurare qualcosa come un bene è l ’immaginazione. E Aristotele
aggiunge ancora:
L’immaginazione sensitiva come si è detto, si trova dunque anche negli
animali, mentre la deliberativa soltanto in quelli forniti di ragione. Infatti de
cidere se fare questo o quello è ormai compito del ragionamento, ed è ne
cessario misurare con un’unica cosa, poiché si persegue un bene più grande
e di conseguenza di più immagini si può formare una sola40.
Negli esseri umani immaginazione sensitiva e deliberativa formano
un’unica immagine di qualcosa che viene raffigurato in quelle moltepli
ci connessioni all’interno delle quali esso è visto dal chi agisce come un
bene e per questo viene perseguito. L’immaginazione deliberativa non
riproduce ciò che è come veramente è; essa raffigura piuttosto qualcosa
di nuovo (fantasia) con misura (ingegno), tenendo presente il carattere
di chi agisce e le circostanze in cui egli agisce (memoria). I tre
aspetti
di
quella capacità che per Vico ci permette di accedere a quella forma di
sapere che Vico chiama poetica, quella facoltà per designare la quale Vi
co non vuole utilizzare una parola che ne ridurrebbe il molteplice signi
ficato, la
memoria
, la
fantasia
e
Xingegno,
sono già tutti eminentemente
presenti nel modo in cui Aristotele descrive la struttura della buona de
liberazione. Vico li riprende tutti e tre assegnando loro nomi diversi ed
esaltandone nel concetto di
sapere poetico
il carattere antropologica
mente e ontologicamente costitutivo. L’immaginazione nel raffigurare
qualcosa come bene non rispecchia anche per Vico il
com e
di qualcosa
che
è co si e non può essere altrimenti
, ma
costituisce
creativamente l’og
getto in modo tale che esso appaia in quelle connessioni che permetto
no di scorgere il suo significato per chi agisce. Tale forma di sapere d i
viene per Vico il tramite di potenti trasformazioni antropologiche e on
tologiche.
4.
Ma se pare indubbio che Aristotele venga chiamato in causa da Vi
co in quanto nella
Poetica
e nell
’Etica
è contenuto un modello di sapere
che si configura al contempo come norma pratica che assume un signifi
cato costitutivo del
bios umano
, perché Vico sente il bisogno di prendere
esplicitamente le distanze da Platone nel momento in cui definisce il va
lore educativo e creativo della poesia? Il fatto che Platone neghi valore
educativo alla poesia non viene menzionato da Vico in questo contesto.
Vico sente il bisogno di prendere le distanze da Platone proprio nel mo
40 Ivi, 434 a 6-10.