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MANUELA SANNA
Non si realizza necessariamente tutto il possibile anzi, associare esi­
stenza effettiva all’oggetto dell’immaginazione come la chimera deter­
mina errore:
le idee possibili divengono chimeriche soltanto quando si associa ad es­
se, senza fondamento, l’idea dell’esistenza effettiva8.
La differenza tra possibile e impossibile
è
quella che determina la va­
riazione tra idea reale e idea chimerica: qui non
è
in discussione la pos­
sibilità della chimera - effettivamente reale nell’immaginario - quanto la
sua esistenza - assolutamente impossibile. Se non si associasse ad essa
l’esistenza - «come fanno coloro che promettono la pietra filosofale o
come farebbe colui che credesse alla esistenza di una nazione di centau­
ri»9 - l ’idea chimerica non sarebbe fuorviante per la monade e non ge­
nererebbe il problema gnoseologico di determinare se un’idea
è
chime­
rica o no in base alla sua effettiva esistenza.
La possibilità del soggetto di concepire una chimera
è
proprio quello
che rende necessario stabilire il confine tra idea vera e idea falsa. Ma il ri­
schio maggiore che il soggetto corre non
è
quello legato all’idea chimerica,
quanto invece quello legato al conferire realtà effettiva alle definizioni del­
le cose, dimenticando il loro valore esclusivo di possibili. Se per assurdo ci
potessimo trovare davanti alla reale esistenza di una chimera, dovremmo
allora verificare le condizioni di pensabilità del nostro stesso essere.
Cerchiamo ora di vedere come Vico s’inserisce in questo discorso e
lo facciamo partendo dalla sua affermazione che
tutte le metamorfosi e i portenti poetici come la chimera, i centauri, le
arpie, le sirene, sono da ritenersi antichissime leggende
(fabulae)w.
Il metodo di trattazione che Vico mette a punto per discutere tema­
tiche con le quali si confrontava gran parte del pensiero filosofico euro­
peo propone come nucleo centrale il modello delle
fabulae.
Ma in che
senso
fabulae
? E soprattutto, quale senso Vico gli attribuisce all’interno
di un’indagine mitologica che si apre come ricerca sul concetto e defini­
zione di una «natura umana»?
Nell’edizione del 1744 della
Scienza nuova
Vico chiarisce che mostri
e trasformazioni poetiche vennero fuori proprio dalle caratteristiche del­
la natura umana fanciulla, che «non poteva astrarre le forme o le pro-
8
lhid.
9
Ibid.
10
G .
Vico,
Dissertationes,
in
Id .,
Opere giuridiche,
a cu ra
di
P.
Cristofolini, Firenze, 1974,
p. 915.
1...,78,79,80,81,82,83,84,85,86,87 89,90,91,92,93,94,95,96,97,98,...272