PIETRO PIOVANI E IL «BOLLETTINO DEL CEN TRO DI STUDI VICHIANI»
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la rivista (1972) che invitava, infatti, a ragionare su un «piano per un’e
dizione nazionale» dentro la più vasta cornice «dell’edizione dei testi fi
losofici», discussa da Eugenio Garin nel «Bollettino della Società Filo
sofica Italiana» del 1971: un’edizione «nazionale» - aggiungeva subito
dopo Piovani - degna del suo nome solo in quanto «edizione critica»
nella nuova congiuntura degli studi7. E proprio Garin, nel dicembre del
1971, rassicurava Piovani di aver ricevuto il primo numero del «Bollet
tino», «elegantissimo e pieno di cose», osservando di essersi «trovato ‘a
casa’ dal principio alla fine» e concordando «sulla opportunità di pen
sare a una grande edizione vichiana, da impiantare
ex-novo
». Un impe
gno, questo, di carattere filologico da introdurre nel «nuovo corso» vi
cinano, ribadito in una successiva lettera (1978), laddove il maestro de
gli studi sul Rinascimento italiano confessava il piacere di poter presto
«scrivere una cartella o due
su gli studi vich ian i e la ‘filo lo g ia ’,
prenden
do lo spunto dalla rifioritura di spropositi - anche di ‘amici’ - a propo
sito del rapporto fra lettura rigorosa e fecondità (e sviluppi teorici). Se
non si sa che cosa ha pensato e detto Vico, a che serve mai leggerlo?»8.
Si imponeva, innanzitutto, una messa in discussione della ‘filologia’ ni-
coliniana che aveva sorretto le letture neoidealistiche, benemerite, del re
sto, per aver garantito una moderna leggibilità ai testi. Piovani lo aveva
opportunamente riconosciuto nel primo numero della rivista, commen
tando la novità e l’utilità delle varianti interpretative proposte, nel 1947,
da Mario Fubini e, nel 1957, da Francesco Flora, prima di essere accol
te nell’edizione delle
Opere
(curata da Paolo Rossi nel 1963). Registra
va, altresì, l ’atteggiamento «sempre più chiaramente revisionistico» do
cumentato dalla nota raccolta delle
Opere filo s o fich e
curata, nel 1971, da
Paolo Cristofolini. In essa molte delle «correzioni» e delle «aggiunte» ni-
coliniane al contenuto, al lessico, alla grafia e alla punteggiatura del te
sto, spesso attribuite ingenerosamente all’«oscurità» di Vico, erano sta
te discusse nelle loro specifiche caratteristiche e in funzione dell’espe-
rienza, non solo tecnica, di un più immediato contatto con la voce del
classico da riesaminare in sé e per sé9. A tal fine, la presentazione del
«Bollettino» lanciava la proposta di un’anastatica della
Scienza nuova
del
1744 che «si presenta ancor oggi godibile e pienamente consultabile nel
7 P. PIOVANI,
Per l’edizione nazionale di Vico,
in questo «Bollettino» II (1972), pp. 5, 10.
8
Eugenio Garin a Pietro Piovani,
s. 1. [ma Firenze], 1° dicembre 1971 (c. lr-v), c. Ir; s. 1.
[ma Firenze], 24 settembre 1978 (c. lr-v), c. Ir, ora in Archivio della «Fondazione Pietro Pio
vani per gli Studi Vichiani», cartelle 6/c, 6/k, già pubblicata da F.
TESSITORE,
Per Eugenio Ga
rin,
in questo «Bollettino» XXXV (2005), p. 6.
9 P. PIOVANI,
Per l ’edizione nazionale di Vico,
cit., pp. 7-8,10.