UNA NATURA
SECUM IPSA DISCORS
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La difficoltà legata alla semplicità della sensazione la rende intradu­
cibile in termini razionali e perciò incomunicabile. L’esempio del colore
è spesso riportato nella produzione moderna per classificare la zona più
passiva e più oscura dell’
imaginatio,
quella che relega la mente nella sog­
gettività più incontrollabile, ma anche perché il colore rappresenta in
maniera esemplare la distinzione tra le due facoltà,
imaginatio
e
in tellec­
tus
, di fronte all’idea.
Per questo Vico inserisce qui il discorso sulla solennità dei matrimo­
ni, che garantiscono una prole di origine certa e univoca, a differenza del
mondo animale,
talché è forza dire ch’egli fu un motto, col quale, in quella eroica conte­
sa, i nobili volevano schernir i plebei, che, non avendo auspici pubblici, i
quali con la lor solennità facevano le nozze giuste, niuno di loro aveva pa­
dre certo (come in ragion romana restonne quella diffinizione, ch’ognun sa,
che ‘
nuptiae demonstrant patrem
')29.
Un criterio di verità concepibile e non solo percepibile, che mette a
punto la logica dell’ingegno e del suo metodo di lavoro. L’ingegno aiuta
a scorgere le somiglianze e a farle. La caratteristica deviarne dei detti ar­
guti è dovuta all’intervento dell’ingegno, privato però della sua capacità
sintetica, che perciò stesso produce
monstra.
Il carattere grottesco degli
arguta dieta
vien fuori dall’assemblare parti non coordinate fra di loro,
non adatte l’una all’altra, non della stessa natura, così come il mostro qua­
le elemento mitologico figura nello stadio degli eroi che, denunciando il
passaggio dalla fase divina a quella umana, ne condividono per metà en­
trambe le nature. Quel che si ottiene non è una verosimiglianza, bensì una
simulazione della verità che non produce conoscenza. Ingegno, fantasia
e memoria - la quale «se non è tutt’uno con la fantasia, certo è press’a po­
co la stessa cosa»30- sono per Vico le uniche doti spirituali ingenite31, al­
le quali le altre si sovrappongono. Ma, d ’altra parte, esse sono contem­
poraneamente per Vico un’unica facoltà dotata di tre facce diverse:
memoria
, mentre rimembra le cose;
fantasia
, mentre le altera e contraf­
fa;
ingegno
, mentre le contorna, e pone in acconcezza, ed assettamento32.
Questo nesso immaginazione-memoria-fantasia attribuisce sia fun­
zioni che ruoli diversi alle tre facoltà di quel plesso cognitivo-fantasti-
29
Sn44,
p. 689.
30 G. VICO,
De nostri temporis studiorum ratione,
in
Opere filosofiche,
cit., p. 101.
31 Id.,
Institutiones oratoriae,
a cura di G. Crifò, Napoli, 1989, p. 105.
32 Id.,
Scienza nuova 1730,
a cura di P. Cristofolini, Napoli, 2004, p. 304.
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