UNA NATURA
SbCUM IPSA DlSCOliS
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Quando la filosofia cominciò a depurarsi via via dai sensi, nella stessa mi
sura la poesia si allontanò dalla natura umana. È per questo che oggigiorno
i poeti debbono diventare fantastici attraverso l’artifizio, mentre una volta
- quando cioè era in vigore l ’età dei sensi, non quella della ragione - erano
fantastici per natura36.
Il
rapporto tra poesia e filosofia si alimenta del passaggio tra un fase
in cui «si diventa» il corpo e una in cui questo corpo ce lo si raffigura, lo
si rappresenta agli occhi come altro dalla mente.
ch’i primi poeti dieder a’ corpi l’essere di sostanze animate, sol di tanto
capaci di quanto essi potevano, cioè di senso e di passione, e sì ne fecero le
favole37.
È nella favola che nasce la poesia, con gli strumenti e le capacità di
questa si costruisce la filosofia, il cui pensare per astrazione si avvale del
procedimento naturalmente fantastico che connota l’umano, quello fat
to di immagini e corpo, di corpi immaginati e di fantasie verosimiglian
ti. La fantasia è tanto più vivida quanto più fortemente vengono colpiti
i sensi che Vico definisce più acuti, vale a dire la vista: «per questo ci fin
giamo con immagini più energiche quello che vediamo, piuttosto che
quello che udiamo»38.
E l’energia delle immagini fantastiche riassume un «fare» poetico adat
to a spiegare bene l’oggetto dei filosofi, un «fare» poetico che si modifica
nel tempo con un allontanamento graduale dal mondo dei sensi e un pro
gressivo avvicinamento al mondo delle astrazioni. Il passaggio attraverso
una natura
secum ipsa discors
allude alla
fabula
per eccellenza, cita la ca
pacità ingegnosa dell’uomo come una ricchezza interiore quasi divina.
La formulazione vichiana dell’ingegno e delle sue caratteristiche più
peculiari è una risposta atipica alle domande formulate all’inizio: l ’og
getto della
fabula
separa ingegno e fantasia nell’ambito della stessa fa
coltà ed elimina la possibilità di conferire il valore poetico dell’immagi
nazione fantastica alle verità puramente intellettuali. E facoltà specifica
dei filosofi, i più corretti nell’impostare il lavoro dell’ingegno, «scorge
re somiglianze ideali in cose quanto mai lontane e diverse»39.
M
anuela
S
anna
36
De const.,
p. 464.
37
Sn44,
p. 588.
38
De const.,
p. 452.
39
De rat.,
p. 184.