OSSERVAZIONI SULLA NOZIONE DI
ASPETTO
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genstein, un’esperienza di natura esclusivamente sensoriale, essa
è
piut
tosto un’attività di tipo immaginativo in cui componente cognitiva, at-
tenzionale e sensoriale cooperano nella produzione di significati. Il ca
rattere aspettuale della percezione si mostra con particolare evidenza in
quei campi di eccezionale attrazione percettiva che sono il volto e la fi
gura umana. Il nesso tra percezione di aspetti e fisiognomica
è
un ele
mento primario della riflessione sul vedere-come3.
Pur senza avere prove che Wittgenstein fosse consapevole della den
sità semantica dell’etimo di «Aspekt» - termine da lui scelto per fare ri
ferimento al carattere molteplice dell’esperienza del vedere-come - sem
bra difficile poter considerare casuale che egli abbia riferito questa no
zione anzitutto a fenomeni fisiognomici ed estendendo poi la riflessione
alle forme simboliche più diverse, descrivendo aspetti geometrici, mate
matici, estetici, musicali e linguistici.
La riflessione wittgensteiniana sugli aspetti ripropone, a nostro avvi
so, alcuni nuclei teorici fondamentali della filosofia vichiana: essa tiene
insieme e, quindi, in qualche modo, supera l ’antinomia tra realismo da
un lato e soggettivismo e idealismo di matrice cartesiana dall’altro (in
sieme agli esiti scettici, virtualmente solipsistici ad essi connessi e a ciò
che Vico denunciava come i limiti delle filosofie monastiche). Se il mon
do
è
il prodotto di una elaborazione semantica della coscienza, ossia del
la produzione di una molteplicità di aspetti, tale elaborazione non apre
le porte al relativismo, perché essa
è
vincolata anzitutto dalla comune co
stituzione della corporeità e dell’espressività da cui la percezione
è
prio
ritariamente attratta. Si ha dunque accesso a un mondo comune, condi
viso, pur essendo esso accessibile sotto forma di molteplici aspetti: que
sti ultimi non sono però interpretazioni mediate, ma producono invece
un aggancio diretto al reale4.
Attraverso l’analisi semantica della nozione di aspetto si afferma un’i
stanza di comprensione filosofica in cui la pluralità delle accezioni del
termine rispecchia la necessità di tenere insieme più elementi per elabo
rare un modello integrato in grado di descrivere in forma adeguata la na
tura umana. Se la filosofia ha tradizionalmente diffidato dei termini po-
3 Sulla connessione tra vedere-come e percezione fisiognomica si veda
P. Bozzi,
Vedere
come. Commenti ai §§ 1-29 delle Osservazioni sulla filosofia della psicologia di Wittgenstein,
Milano, 1998; sul tema mi permetto di rinviare anche al mio saggio
Aun secondo sguardo
, Ro
ma, 2001.
4 Sulla connessione tra il vedere-come di Wittgenstein e il recupero di una forma adeguata
di realismo del senso comune cfr. H.
PUTNAM,
Mente, corpo, mondo,
tr. it. Bologna, 2003, pp.
75-78; sul rapporto tra la grammatica della percezione di aspetti e la struttura della coscien
za cfr. J.
SEARLE,
Dell’intenzionalità,
tr. it. Milano, 1985, pp. 57-67.