RODOLFO MONDOLFO INTERPRETE
DEL VICO DI FIORENTINO
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elogio […] della
determinatezza
» in vista dell’«interezza del pensiero»
e citando, in nota, di Mondolfo, i
Problemi
del 1952 e le pagine del
1957. È questo piovaniano un giudizio critico impegnato a sostenere le
ragioni della «storia della filosofia come storia», della «storia
di filoso-
fie
» assistita dalla
storia delle idee
che, fondata su «tensioni ideali» e vi-
chiane «umane azioni colte nel loro slancio più vero», è idonea a fron-
teggiare l’insufficienza degli schemi storici generali e rigidamente con-
cettuali nella loro assoluta oggettività. Eppure, alla rivendicazione del-
l’autonomia della ricerca storica non corrisponde la liquidazione
tout
court
della filosofia, perché la storia non può ridursi a metodologia
pura in una sfera specialistica del sapere accanto ad altre. Invece, dalla
filosofia la storia riceve l’attitudine a pluralizzare i suoi contenuti pos-
sibili e a non violarne i contrassegni specifici, consapevole dell’inevita-
bile riferimento di ogni «filosofia» all’individualità storica di chi l’ha
elaborata. Ed è in questa motivazione – raggiunta condividendo i prin-
cipi ispiratori della
filosofia come sapere storico
di Garin – la ragione
del fatto che in una nota del volume in questione non si esita a conte-
stare l’analogia prospettata da Mondolfo tra le caratteristiche del «me-
todo genetico», riconoscibile nella
Politica
di Aristotele, e il contenuto
della ricordata Degnità XIV di Vico sulla
natura
delle cose riferita al
loro «nascimento»
5
.
Né al tema delle origini è estraneo il contenuto della polemica tra
Mondolfo e Werner Jaeger circa la definizione dell’«idea di legge».
Piovani la ricostruisce, tenendo conto degli studi sui
Problemi del pen-
siero antico
(1935) e delle successive pagine su «Natura e cultura alle
origini della filosofia», che introducono
Alle origini della filosofia della
cultura
(1942). Qui il rifiuto della tesi tradizionale circa l’estraneità del-
l’antico naturalismo ai temi del mondo e della vita sociale dell’uomo
5
P. P
IOVANI
,
Filosofia e storia delle idee
, Bari, 1965, pp. 201, 213, 212 e nota, 193,
244, 316, 228, 201. Documentate riserve critiche sulla tesi di uno «storicismo» in Ari-
stotele ha espresso E.
G
ARIN
(
Osservazioni preliminari a una storia della filosofia
[1959], poi in I
D
.,
La filosofia come sapere storico
, Roma-Bari, 1959, rist., ivi, 1990, pp.
48-49, nota) a proposito delle pagine ripubblicate nei
Problemi
, tese «a proiettare nel-
l’antichità una tematica che le è estranea, in base ad accostamenti in cui va perduto il
proprio
del processo storico»; una lettura, quella del Mondolfo, che «rischia, nei suoi
ultimi sviluppi, di svuotare di senso, in nome della continuità, tutto il processo, elimi-
nandone nella sostanza ogni
invenzione
e
scoperta
» (ivi, p. 49 n.): cfr. anche qui, nota
39. Per un aggiornato bilancio critico sui temi piovaniani rinvio a G. C
ACCIATORE
,
La
storiografia filosofica italiana tra storia delle idee e storia della cultura
, in «Rivista di
storia della filosofia» LVI (2001) 2, pp. 205-224.
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