HOBBESANAPOLI(1661-1744)
121
largamente di brani della
Vita Hobbianae auctarium
(1681) e/o del
Dictionnaire
(1697) di Bayle, soffermandosi in più punti sulla descri-
zione delle abitudini private e morali del filosofo inglese, riconoscendo
piena fiducia ai tentativi hobbesiani di non apparire ateo. La ‘bene-
volenza’ capassiana si misurava dal fatto di evidenziare che, contro le
opere di Hobbes, si scagliarono gli inglesi suoi conterranei piuttosto
che i cattolici francesi (come Mersenne, Sorbière, Gassendi)
19
.
4.
Vico lettore di Hobbes
. Sia lo Hobbes di Medinacœli, di Calo-
prese, Doria e Valletta, sia quello di autori come Capasso, non esauri-
scono le chiavi di lettura che ci possono permettere di ricostruire il
rapporto Hobbes-Vico. Negli ultimi quindici anni di vita di Valletta
(1700-1714), Vico poté usufruire dell’imponente collezione di libri
della famosa ‘librarìa’ di Valletta, detta anche «l’emporio de’ lettera-
ti»
20
, dove si tenevano molte riunioni.
Da una ricognizione effettuata nel fondo Valletta, conservato nella
Biblioteca Oratoriana dei Gerolamini in Napoli, siamo venuti a cono-
scenza dell’esistenza di almeno tre edizioni di opere hobbesiane
21
: due
edizioni latine del
De Cive
(1696) e un esemplare della
Thomae Hobbes
Angli Malmesburiensis philosophi Vita
(1682):
familiaritatem, et communia habuerit studia; merito ipsum inter Gassendistas referre
duximus» (C
APASSO
,
op. cit.
, p. 404)
19
«Quot tamen contra impium hunc librum, et Hobbii alios, edita fueritn scripta
ne dum Catholicorum, sed Heterodoxorum etiam, praecipue Anglorum, videre est in
fine saepius citatae ejus Vitae. Et quidem si non Atheus, saltem Irreligiosus, ac nova-
rum, impiarumque in religionem opinionum autor dicendus est» (ivi, p. 405). Sulla di-
versa ricezione della filosofia hobbesiana in patria e nelle province francesi si sofferma
Noel Malcolm nel suo saggio introduttivo a
The Correspondence of Thomas Hobbes
,
Oxford, 1994, vol. I, pp.
XXXIII
-
XXXV
.
20
L. G
IUSTINIANI
,
Memorie istoriche degli scrittori legali del Regno di Napoli
, Napoli,
1788, p. 227. Dopo la morte di Valletta, la collezione passò nelle mani del nipote,
l’archeologo e magistrato Francesco Valletta (1680-1760), per poi essere ceduta, nel
1726, alla Biblioteca dei Padri dell’Oratorio, i quali chiesero a Vico di farne la stima. Cfr.
A. B
ELLUCCI
,
Giambattista Vico e la Biblioteca dei Gerolamini
, in
Giambattista Vico nel
terzo centenario della sua nascita
, a cura di E. Pontieri, Napoli, 1971, pp. 181-205.
21
Diciamo «almeno» perché ci sono almeno due altri esemplari hobbesiani –
un’edizione del
De Cive
(1657), e un’edizione della
Historia ecclesiastica
(1688) con
ex
libris
«12 marzo 1703» e «4 mart. 1709» – che possono avere avuto una circolazione
coeva al periodo di attività di Valletta (v.
infra
,
Appendice
). Una prima segnalazione di
opere hobbesiane nel fondo Valletta fu compiuta da Rak nell’
Indice delle fonti
dell’edi-
zione delle
Opere
di Valletta (cit., p. 567).
1...,111,112,113,114,115,116,117,118,119,120 122,123,124,125,126,127,128,129,130,131,...244