RODOLFO MONDOLFO INTERPRETE
DEL VICO DI FIORENTINO
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Nel saggio mondolfiano del 1925 su Fiorentino, a sottolineare il
trait de union
delle ricerche sul pensiero antico e quelle sul moderno,
interviene con Vico e prima di Vico l’opera di Giordano Bruno. Si
esprime in essa quell’«esigenza di libertà dello spirito» che dalla «tra-
scendenza medievale» conduce all’«affermazione filosofica dell’imma-
nenza dell’assoluto», motivo ispiratore – secondo Mondolfo – di tutto
Fiorentino storico del Rinascimento, nonché della sua polemica con
Mamiani
Sul concetto della religione
(1868). Esso affiora già nelle pa-
gine del 1861 su
Il panteismo di Giordano Bruno
, attraversate dall’irri-
solto contrasto tra la generale concezione teoretico-platonica (la «filo-
sofia della creazione») del cattolicesimo giobertiano e la filosofia «im-
manentistica» del nolano che incarna il collegamento della «libera
speculazione del Rinascimento» con la moderna «filosofia della identi-
tà» di Hegel e il suo «concetto cardinale» nella concezione della storia:
la «razionalità dello sviluppo»
7
.
rompe; e nella caratterizzazione differenziale dei due mondi della cultura e della natu-
ra appare un principio di
una
filosofia della cultura (una fra le possibili) che, secondo
me, fu arrestata nel suo sviluppo autonomo fra i sofisti dall’esigenza alla quale essi ub-
bidirono (benché in varia misura) di subordinare il
nomos
alla
physis
. Ma l’eredità
della loro scoperta, di un’unità interna al mondo della cultura, si comunica al pensiero
greco successivo, come appare in Platone col concetto della solidarietà che vincola fra
loro tutti i molteplici aspetti e settori del mondo della cultura. Unità interna, che non
significa peraltro di per sé stessa (com’è evidente in Platone) esclusione di una più am-
pia unità con l’essere universale: la separazione fra i due mondi era necessaria ai sofisti
per un maggior sviluppo della
loro
filosofia della cultura, che partiva dall’opposizione
fra
nomos
e
physis
come antitesi fra convenzione arbitraria e necessità naturale; ma
non era più necessaria ad altri filosofi per i quali il finalismo e dinamismo del mondo
spirituale non era più convenzione arbitraria opposta alla naturalità universale […]»
(Rodolfo Mondolfo a Pietro Piovani, Buenos Aires, 13 giugno 1957, ora in Archivio
della «Fondazione Pietro Piovani per gli Studi Vichiani», cartella provv. n. 5 ‘Per
Mondolfo-Jaeger’, c. 1r-v. Ringrazio il professor Fulvio Tessitore, Presidente della
suddetta Fondazione, per avermi autorizzato alla consultazione di questa documenta-
zione inedita, concedendomi, altresì, l’onore di avviare i lavori preparatori alla raccolta
e sistemazione del carteggio piovaniano. Cfr., da ultimo,
La Biblioteca della Fondazione
Piovani. La Collectio Viciana
, a cura di P. Annunziata, intr. di F. Lomonaco, presenta-
zione di F. Tessitore, Napoli, 2005, in partic. parte V: «Carte e Documenti di Pietro
Piovani», pp. 137-153).
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R. M
ONDOLFO
,
Da Ardigò a Gramsci
, Milano, 1962, pp. 64, 50-51, 53, 61, 62. Del
saggio su Fiorentino – pubblicato per la prima volta nella «Nuova Rivista Storica» IX
(1925) 2-3, pp. 161-188 – è conservata una redazione manoscritta nell’Archivio ‘Bassi’
della Fondazione di studi storici «Filippo Turati» di Firenze: cfr.
Archivio Rodolfo
Mondolfo. Inventari
, a cura di S. Vitali e P. Giordanetti, Roma, 1996, p. 271. Di Fio-