STORICITÀDELDIRITTO
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ne decemvirale. In un passo dell’
Origine
citato alle pp. 39-40 del sag-
gio di Lomonaco,
si spiega che tale tradizione deve considerarsi una
favola essenzialmente per quattro ragioni: 1) perché il racconto è per
sua natura favoloso e il fatto raccontato «impossibile in quei tempi da
eseguirsi»; 2) perché fonti più attendibili, segnatamente Diodoro Sicu-
lo e Cicerone, forniscono testimonianze diverse; 3) perché dal confron-
to delle leggi romane con quelle di Solone risulta che «uniformi» sono
soltanto «quei capi che sono troppo naturali», mentre «difformi» sono
«gli altri, che dipendono dalle varie forme di governo»; 4) perché i go-
verni e i costumi di Atene e di Roma in quei tempi erano diversi.
Lungi, dunque, dall’appropriarsi acriticamente delle ardite ipotesi vi-
chiane – come invece asseriva Max Ascoli in un saggio del 1929
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–,
Duni ne colse la ragione intrinseca, intese cioè il metodo critico che le
aveva generate. Metodo che consisteva, nel caso specifico, in un con-
fronto critico tra le fonti per giudicarne l’attendibilità in base al prin-
cipio espresso dalle Degnità LXIX della
Scienza nuova terza
:
«i governi
debbon essere conformi alla natura degli uomini governati». Il vaglio
critico-filologico delle fonti era dunque per Vico logica conseguenza
dell’impossibilità di quello che Livio e Dionisio, nel narrare la storia
del viaggio ad Atene e dell’origine greca della legislazione decemvirale,
avevano invece dato per scontato, in ossequio alla tradizionale teoria
delle successioni delle forme di governo: che la Roma arcaica avesse
avuto un governo monarchico. Essendo l’esordio dell’ordinamento ci-
vile necessariamente aristocratico, perché la forma di governo aristo-
cratica è quella conforme alla natura degli uomini al momento iniziale
della vita associata, le narrazioni di Livio e Dionisio andavano respinte
perché anacronistiche, perché proiettavano, cioè, sul passato quello
che, invece, apparteneva soltanto al presente del narratore. Il rifiuto di
una determinata tradizione in favore di altre, giudicate più attendibili,
era dunque il risultato di un rigoroso ragionamento storico-critico.
3. Lomonaco dedica puntuali analisi ad altre figure del Settecento.
Tra le altre ricordiamo le documentate pagine sull’entusiastico elogia-
tore di Vico Niccolò Concina e, sul fronte opposto, sui demolitori del-
la
Scienza nuova
Damiano Romano e Giovanni Lami. In base alla rico-
struzione di Lomonaco, costoro attestano in modo inequivocabile la
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M. A
SCOLI
,
La filosofia giuridica di Emanuele Duni
, in
Annali dell’Università di
Camerino
, vol. II (sez. giuridica), Roma, 1929, p. 139 n.