RODOLFO MONDOLFO INTERPRETE
DEL VICO DI FIORENTINO
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In essa è dominante quell’«unità dello spirito», a sua volta coincidente
con il complicato corso delle nazioni che è il vero problema nuovo
della
scienza
di Vico
10
. Se non la smentita della matrice hegeliana della
lettura spaventiana, interessata all’aggiornamento della ricerca sui temi
della «metafisica della mente», l’interpretazione di Fiorentino propone
varianti e integrazioni a quella matrice, riprodotta quasi a rovescio,
lontano da ogni meccanica trasposizione di moduli e luoghi comuni.
La sensibilità per una rigorosa impostazione dei problemi teorici e le
ricerche storiche, per la ridefinizione di una tradizione filosofica nazio-
nale si alimenta dell’opposizione spaventiana a ogni forma di dogmati-
smo e di improvvisato dilettantismo. L’impegno dell’interprete non si
riduce mai all’esteriore esaltazione della
Scienza nuova
quale testimo-
nianza di una gloria filosofica da venerare
11
. Le capacità storiografiche
di Fiorentino maturano nelle «pruove» storiche, sia pure utilizzate,
poi, come strumenti di verifica di una storia speculativa della filosofia.
La dimensione autentica e veramente nuova della lettura di Vico sta
nella tendenziale disposizione a introdurre esigenze di approfondimen-
to critico, per coltivare una storia della filosofia fatta non solo di gran-
di idee o sistemi ispirati a un astratto modello logico ma soprattutto di
problemi e di risultati, nati dalla conoscenza effettiva di «occasioni
esteriori» e «nuovi bisogni». Tutto ciò impone una predisposizione ad
accogliere le sollecitazioni dell’erudizione e della filologia, a intendere i
10
I
D
.,
Lettere sovra la
Scienza nuova [1865], in
Scritti varii…
, cit., pp. 189-191.
Sulla «filosofia dell’immanenza» e la sua incidenza sull’attività storiografica si veda
l’ampio, documentato studio di L. M
ALUSA
,
La storiografia filosofica italiana nella se-
conda metà dell’Ottocento
, Milano, 1977, pp. 114 sgg. Per le relazioni tra filosofia e re-
ligione a proposito della Provvidenza nelle
Lettere
e della polemica contro Mamiani
(nella «Rivista bolognese» del 1868, poi in
Scritti varii…
, cit., pp. 257-293), rinvio al
documentato studio di N. S
ICILIANI
D
E
C
UMIS
,
Il Vico di Francesco Fiorentino
, Napoli,
1979, pp. 61 sgg.
11
Nel «declino della fortuna del Vico», ricostruito da B. Croce e F. Nicolini
(
Bi-
bliografia vichiana
[…], Napoli, 1948, vol. II) e riferito agli anni 1860-1900, spicca il
vichismo dell’allievo di Spaventa, presentato tra i «maggiori» studiosi che, pur non re-
sistendo alle «lusinghe dell’imperante positivismo, […] serbò immutato il culto per
l’autore della
Scienza nuova
» (ivi, pp. 673, 676, 677). Propensa a considerare in Fio-
rentino un’assimilazione integrale dello «storicismo assoluto» d’origine hegeliana è
M. D
ONZELLI
,
Interpretazioni ed assimilazioni del pensiero vichiano in Francesco Fio-
rentino
, in «Rivista di studi crociani» IV (1967) 3, p. 337. Un’ampia e acuta ricognizio-
ne del dibattito teorico e storiografico su
La tradizione filosofica meridionale
è stata
offerta da E. N
UZZO
in
Storia del Mezzogiorno
, vol. X, Napoli, 1992, t. III, pp. 19-127.