SCIENZA E FILOSOFIA DELLA NATURA
161
e marginale
4
. In effetti, lo studio delle piante e degli insetti, la botanica
e l’entomologia, fin dalla prima gioventù avevano segnato la formazio-
ne di Cirillo. Ricordiamo che a soli vent’anni è chiamato ad insegnare
botanica all’università, materia con la quale aveva dimestichezza grazie
agli insegnamenti impartitagli dal «vivo» dallo zio Santolo nel piccolo
orto botanico allestito dal famoso prozio Nicola Cirillo nella casa di
famiglia dove erano anche custoditi i preziosi nove volumi dell’erbario
da questi acquistato dagli eredi di Ferrante Imperato. Lo zio Santo,
apprezzato pittore, forniva inoltre al giovane Domenico i primi rudi-
menti d’educazione artistica poi messa a frutto nei corredi iconografici
delle sue opere botaniche ed entomologiche ispirati agli ideali raziona-
listici di
chiarezza
e
distinzione
, come testimoniano le trentaquattro ta-
vole del
Plantarum rariorum.
Quest’aspetto dell’attività scientifica di
Cirillo meriterebbe di essere approfondito; sia per l’indubbio rilievo
del libro illustrato nella divulgazione degli ideali dell’illuminismo te-
cnico-scientifico, sia per il sottile intreccio di motivi che lega la ri-
cercata esattezza di Cirillo, disegnatore scientifico, al diffondersi nella
società aristocratico-borghese napoletana di una nuova sensibilità este-
tica; di questi accenti preromantici, che, tra l’altro, si ritrovano nel di-
verso rapporto uomo-natura suggerito dal giardino inglese della reggia
di Caserta, lo scienziato si faceva interprete nei
Discorsi accademici
5
.
Resta, in ogni caso, il dato significativo del linguaggio iconico di Cirillo
che subordina la pur notevole resa estetica, ottenuta seguendo i canoni
classicisti del disegno naturalistico dal vero, all’istanza razionale volta a
richiamare l’attenzione dell’osservatore non sull’
habitus
complessivo
della pianta ma sui caratteri morfologici-anatomici fondanti la gerar-
chia tassonomica (genere-specie) indispensabile per la classificazione
secondo la sistematica linneana.
Cirillo botanico assume un rilievo ancora maggiore se si considera
l’evoluzione della disciplina nell’ambito del naturalismo meridionale
della prima età moderna. Non è infatti azzardato affermare che, grazie
al suo impegno, a Napoli la botanica si liberava definitivamente delle
ambigue eredità del Rinascimento emancipandosi nel contempo dal
4
D. C
IRILLO
,
Ad botanicas Institutiones introductio
, Napoli, De Simone, 1766; I
D
.,
De essentialibus nonnullarum plantarum characteribus commentatius
, Napoli, s.n.t.,
1784; I
D
.,
Fundamenta botanica
, 2 voll., Napoli, s.n.t., 1785-1787; I
D
.,
Tabulae batan-
icae
, Napoli, s. n. t., 1790; I
D
.,
Cyperus papyrus
, Parma, Bodoni, 1796.
5
C. K
NIGHT
,
Il Giardino Inglese di Caserta. Un’avventura settecentesca
, Napoli,
1986.