RODOLFO MONDOLFO INTERPRETE
DEL VICO DI FIORENTINO
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e un monito di grande rilievo. Il pensiero di Vico va rispettato in sé e
per sé, perché non c’è comparazione critico-filosofica senza un preli-
minare studio filologicamente adeguato e completo:
[…] Mi sembra chiarito abbastanza in che modo le investigazioni filo-
logiche […] avessero fatto progredire Vico dall’antichissima sapienza
degl’Italiani al dritto universale; e da questo poi alla scienza nuova. Non è
stato adunque un processo filosofico, che ve lo abbia condotto […] ma
invece un processo filologico.
Così, si giunge al Vico «secondo Vico» che non si sofferma sui fatti
per ritrarsene, vivendo nell’ordine e nel disordine dei suoi pensieri, nel
fondamentale nesso di
mens
e azione storica, punto critico, questo, del
tentativo di «coordinare in un sistema unico tutto il mondo ideale». È
il grande tema del
circolo
di
dominio
,
tutela
e
libertà
che Fiorentino
discute, rintracciando in esso l’origine e lo sviluppo del «processo
dell’umano sapere», la forma del conoscere e l’«ordine del fare», già
«al primo posto nel
Diritto universale
» e, poi, al centro della
Scienza
nuova
. Qui, nella connessione della filosofia con il mondo dell’etica e
della politica nella storia sta il possibile recupero del
vero
Vico che
impone al lettore contemporaneo un complicato lavoro di riedu-
cazione alla riflessione sui «veri temi» dell’opera (il
verum factum
, la
sapienza antichissima degli italiani, la storia ideale eterna, la
discoperta
della poesia e del vero Omero), tutti incentrati sulla nuova «consape-
volezza della interiorità» della ragione che è essa stessa processo, dive-
nire. Di tutto ciò il filosofo napoletano si è «benissimo accorto» quan-
do, per distinguere «tre ragioni che chiamò l’una divina, l’altra di sta-
to, la terza umana», ha messo l’erudizione al servizio della ricostruzio-
ne della genesi e del metodo della
Scienza nuova
, la cui
unità
è già nei
«precedenti» del
Diritto universale
13
.
Proprio di questo Fiorentino, che guarda a Vico nell’intero
processo della sua «mente», Mondolfo procura un profilo speculativo
e filologicamente adeguato a considerare l’intenso, graduale divenire
di un pensiero nelle sue diverse «fasi» che, a loro volta, sono all’origine
del recupero della dimensione temporale della filosofia per la sua
13
I
D
.,
Considerazioni sul movimento della filosofia in Italia dopo l’ultima rivoluzio-
ne del 1860
[1875], poi in
Scritti varii…
, cit., p. 45 e
Lettere sovra la
Scienza
nuova,
cit., pp. 180, 194, 195, 188, 193-194. Sul tema cfr. N.
S
ICILIANI
D
E
C
UMIS
,
Il Vico di
Francesco Fiorentino
, cit., pp. 33-35, 49 sgg., 63 sgg.
1...,7,8,9,10,11,12,13,14,15,16 18,19,20,21,22,23,24,25,26,27,...244