ROBERTOMAZZOLA
170
pattuglia di giovani scienziati che avevano fatto del sistema linneano e
dell’«anatomia sottile» i cardini delle loro ricerche naturalistiche. An-
che se in modo parziale, frammentario, e con risultati non sempre rile-
vanti, si avviava così il processo di affrancamento delle scienze della
natura dal più ampio spettro di discipline fino allora raggruppate sotto
la generica etichetta di filosofia naturale. Questa nuova leva di ricerca-
tori molto doveva agli insegnamenti di Giambattista Della Torre
(1710-1782), convinto sostenitore dell’uso sistematico del microscopio
e autore di un fortunato trattato di fisica
31
. La sua opera si differenzia-
va alquanto dalla manualistica newtoniana diffusa a Napoli, alla quale
pure si ispirava nell’impostazione generale, e si ricollegava piuttosto
all’opera di Pietro De Martino per l’ampio spazio riservato alle scienze
biologiche e geologiche, alla chimica e alla metereologia
32
. Ma, intorno
alla metà del secolo, quando a Napoli era «il solo che aveva le mac-
chine fisiche»
33
al passo con i tempi, era soprattutto il suo laboratorio
ad attrarre i giovani studiosi. Nel suo studio su di una nuova specie di
medusa presente nel golfo di Napoli, Macrì ricordava con sincera
gratitudine quando
31
Giovanni Maria Della Torre, appartenente all’ordine somasco, si era trasferito a
Napoli al principio degli anni Quaranta, chiamato ad insegnare fisica sperimentale dal
cardinale Giuseppe Spinelli nel riformato Liceo arcivescovile, dove alle sue lezioni
potevano partecipare non solo i futuri preti. Per un quarantennio figura di spicco della
vita scientifica napoletana, fu anche direttore della Biblioteca Palatina e della Stampe-
ria Reale. Tra le sue opere si ricorda in particolare il manuale di fisica sperimentale,
più volte ampliato dopo la prima edizione del 1748-1749. Cfr. U. B
ALBINI
,
sub voce
, in
Dizionario Biografico degli Italiani
, Roma, 1989, vol. XXXVII, pp. 373- 377. Sul ruolo
dei collegi somaschi nella cultura veneta si veda A. B
ARANZI
,
Gli affanni dell’erudizio-
ne. Studi e organizzazione culturale degli ordini religiosi a Venezia tra Sei e Settecento
,
Venezia, 2004, in partic. cap. II, pp. 73-196.
32
E. S
CHETTINO
,
L’insegnamento della fisica sperimentale a Napoli nella seconda
metà del Settecento
, in «Rivista di Studi Settecenteschi» XVIII (1998), pp. 367-376.
Dalla metà degli anni Trenta, Giuseppe Orlandi aveva adottato gli
Elementa physicae
,
di Musschenbroek che nell’edizione napoletana del 1745 vedevano la luce con l’ag-
giunta del trattato d’astronomia dell’Orlandi e della celebre
Disputatio
scritta da Anto-
nio Genovesi, rimaneggiata prima nel
51 e poi nel 1763. L’ultima versione del testo è
stata di recente volta in italiano: A. G
ENOVESI
,
Dissertatio physico-historica de rerum
origine et constitutione
, a cura di S. Bonechi e M. Torrini, Firenze, 2001.
33
A. B
ARBA
,
Osservazioni microscopiche sul cervello e le sue parti adjacenti
, Napoli,
Stamperia del Corriere di Napoli, 1807, p. III.
1...,160,161,162,163,164,165,166,167,168,169 171,172,173,174,175,176,177,178,179,180,...244