RECENSIONI
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nuova scienza. È così che Vico pensa il
nuovo
della storia e della politica, al
definitivo tramonto della
respublica christiana
, anche dopo le tardive riesuma-
zioni controriformate. Dalla metafisica del diritto all’antropologia, alla dina-
mica potenza di una natura umana naturalmente-provvidenzialmente fornita
della capacità di realizzarsi-dispiegarsi per sfere progressive di senso e di rela-
zione. Ben oltre i disegni consapevoli degli uomini, ma sempre a partire dal
particolare dei loro desideri, dall’immediato delle pulsioni, dal ristretto delle
‘utilità’» (p. 78). Nella ricostruzione della funzione ambivalente dell’eroe ro-
mano (fondatore della
libertas
, ma garante dell’ordine ottimatizio) lo scopo è
di escludere ogni forma di assolutizzazione dell’eroismo. Bruto e il «tiranno»
sono figure-simbolo in grado di enfatizzare tutte le variazioni e le dinamiche
della
scienza
vichiana, dalle iniziali sistemazioni imperniate sul primato della
morale e della sapienza agli aggiustamenti finali articolati sulle scansioni epo-
cali della
Scienza nuova
1744. Qui la trasformazione coinvolgerà non solo la
mixtura
politica machiavelliana ma anche gli esiti metapolitici sui quali Vico
l’aveva declinata (pp. 58, 69 sgg., 72-73, 78-79, 81-82). «L’eccezionalità del
sacrificio di Bruto svapora di pari passo con l’affievolimento e fin quasi la
scomparsa della sua tragica intensità emotiva. Contro la feroce compattezza
degli
heri
, solo l’esperienza dei famoli aprirà all’amore e alla filosofia: alle ul-
time, fondamentali espansioni affettive e cognitive della compiuta umanità. Al
pari del mondo barbarico al quale appartiene (e ai suoi persistenti residui, e
ai suoi sempre possibili, incombenti, catastrofici ritorni), la virtù di Bruto è
alla fine tutta conclusa di là dalla soglia che separa due civiltà» (p. 83). Su
tale linea di confine tra «barbarie e tenerezza» si illumina il discorso del fare
scienza della natura comune delle nazioni
,
che è il gran tema di Vico, discus-
so nel fondamentale capitolo V (si vedano le pagine già apparse su
Vico o le
passioni della ‘tenerezza’ e della ‘barbarie’
in «Palomar» VI, 2005, 2-3, pp.
17 sgg; tr. inglese in
Politics and the Passions. 1500-1850
, ed. by V. Kahn,
Princeton, 2006, pp. 196-216). Alla «tenerezza», conquista esclusiva del-
l’«età degli uomini», l’interprete dà autonomo rilievo teorico, ricostruendo-
ne la presenza in pagine illuminanti della
Scienza nuova
1730 con riferi-
mento al diritto romano e, in particolare, alla questione delle successioni
ereditarie nelle repubbliche eroiche, aspetto della «dinamica utilitaristica» e
oggetto di interesse dell’
auctoritas
politica nella
Scienza nuova
1744. Lo do-
cumentano le dinamiche dell’unione dei padri nell’ordine della repubblica
aristocratica che indirettamente sviluppano una dinamica dell’«utile da cui
prende corpo una forza affettiva nuova»: la «tenerezza del sangue» per i
figli; l’amore di questi nato dalla necessità ma teso al bene, condensato dai
processi sociali che reggono la trasmissione parentale (dal dominio
bonitario