RECENSIONI
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za nuova
nell’edizione 1725, auspicata in un’appassionata e celebre pagina da
Garin e fatta eseguire da Gregory).
Il teorico delle modalità della nuova edizione finì con l’essere Vincenzo
Placella il quale già le delineava, motivandole con la nuova sensibilità scienti-
fica interdisciplinare, in un saggio del 1978 e le ribadì e accrebbe nei suoi nu-
merosi successivi interventi di filologia vichiana. La proposta di Placella, au-
torevolmente offerta alla comunità scientifica da Pietro Piovani, ha finito con
l’essere definitivamente accettata nell’ambito dell’Edizione critica del Vico
che sta portando avanti il Centro di Studi vichiani, e realizzata ultimamente
nell’edizione critica, a cura di Paolo Cristofolini, della
Scienza nuova
del 1730.
Si trattava di editare Vico applicando, prima di tutto, la prassi ecdotica che si
era andata affermando per le opere composte dopo l’invenzione della stampa:
per esse, in Italia e all’estero, si stava diffondendo la tendenza, da parte dei fi-
lologi editori più avvertiti ed aggiornati, a rispettare le caratteristiche (grafi-
che, interpuntive, insieme con l’uso delle maiuscole, dei corsivi, dei maiusco-
letti, dei ‘tutto maiuscolo’) dell’edizione originale (cioè della prima edizione a
stampa seguìta dall’autore) o del manoscritto d’autore (autografo o apografo
rivisto dall’autore): autorevoli esempi in tal senso, allora, erano, fra gli altri, le
edizioni pariniane di Isella e quella ‘Astese’ delle opere di Alfieri, nell’uno e
nell’altro caso con una documentazione completa e cronologicamente dispo-
sta degli
avant textes
. I pregevolissimi studi di Mario Papini costituirono un
importante appello all’attenzione verso l’iconicità della
Scienza nuova
(si veda,
almeno,
Il geroglifico della storia. Significato e funzione della dipintura nella
«Scienza nuova» di G. B. Vico
, Bologna, Cappelli, 1984). La filologia applicata
a testi moderni, spesso in presenza di autografi dell’autore (magari attestanti
varie redazioni di una medesima opera) e/o di edizioni originali, è molto di-
versa dall’edizione di testi dell’Antichità i cui originali sono scomparsi e di cui
ci restano copie lontane di secoli dall’originale. Inoltre, i progressi di una mo-
derna codicologia e di una raffinata paleografia avevano reso molto esigenti
gli studiosi. Tutte queste istanze furono rappresentate nel Convegno interna-
zionale interdisciplinare sui
Moderni ausili all’Ecdotica
,
organizzato da Vin-
cenzo Placella e tenutosi a Fisciano-Vietri sul Mare-Napoli dal 27 al 31
ottobre 1990 (
Atti
, Napoli, ESI, 1994).
L’A. coglie appieno il significato di questa nuova filologia, anzi, integra le
motivazioni addotte da Placella con giustificazioni tratte da studi successivi (e
anche qualcuno precedente), sicché il volume che qui si presenta costituisce
anche, tra l’altro, una sicura giustificazione teoretica della nuova edizione pro-
mossa dal Centro di Studi Vichiani.
Di grande valore il cap. XII, intitolato «Edizioni», del volume della Sini, la