RECENSIONI
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S
ILVIA
C
AIANIELLO
,
Scienza e tempo alle origini dello storicismo tedesco
,
Napoli, Liguori, 2005, pp. 351.
Il libro di Silvia Caianiello è un libro da leggere – da studiare – con molta
attenzione, tenendo costantemente ben presente quale ne è il motivo condut-
tore. Tale motivo conduttore è quello della ricognizione dell’apporto che la
riflessione sulla conoscenza storica in Germania dalla seconda metà del secolo
XVIII sino ad oltre la metà del secolo XIX riceve da parte dell’indagine scien-
tifica nelle sue componenti più immediatamente vicine al problema del vi-
vente. Il trasformarsi dell’indagine intorno al problema del vivente nei suoi
molteplici aspetti si ripercuote sul modo in cui va intesa la temporalità come
grandezza fondamentale dei fenomeni storici.
Nel libro si intersecano molti piani d’indagine, piani la cui ricognizione è
peraltro condotta in una prospettiva interpretativa e ricostruttiva delineata
con chiarezza: quella di un esame della vicenda dello storicismo tedesco
presa in considerazione negli aspetti per così dire più fattuali e meno ideo-
logici, e condotto quindi con un’attenzione primaria per i modi in cui, dalla
prima
Aufklärung
sino alla ricostituzione del
Reich
, il problema della cono-
scenza storica viene affrontato e dibattuto in Germania dagli ‘addetti ai la-
vori’, e da ‘addetti ai lavori’ – storici, filologi, linguisti – le cui opere rappre-
sentano altrettante pietre miliari nello sviluppo di quelle che poi, apparso
quest’ultimo come consolidatosi in modo pressoché definitivo, si vorranno
indicare come ‘scienze dello spirito’. Avviatosi con un’incisiva messa a fuo-
co della configurazione che la disputa tra antichi e moderni assume in Ger-
mania portando alla nascita d’un vero e proprio ‘mito’ della grecità, il libro
si distende poi a trattare di Winckelmann in un lungo e molto denso ca-
pitolo, per misurarsi quindi – con sondaggi che toccano sia la Riforma sia la
Germania del Settecento sia Vico – con la storia e la teoria del metodo filo-
logico in pagine che assegnano un rilievo primario a F.A. Wolf. Alle teorie e
alle opere di Heyne, di Herder, di Boeckh, di Niebuhr e infine di Droysen
sono invece dedicati i capitoli che vanno dal quarto al settimo. In questa
che è di fatto la seconda delle due parti in cui il libro potrebbe essere diviso,
il confronto più diretto e circostanziato con alcuni dei massimi ‘addetti ai
lavori’ del lavoro storico e filologico tedesco condotto da Silvia Caianiello
fornisce stimoli e apre prospettive non solo di notevole suggestione, ma an-
che di innegabile spessore teorico, peraltro sempre con la cautela che nasce
dalla consuetudine con opere che rappresentano altrettanti classici della
riflessione sulla scienza della storia.
L’intero libro è così percorso dal proposito di affrontare con la mente
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