FABRIZIO LOMONACO
20
più che la fedeltà di Fiorentino alla tesi spaventiana del filosofo in-
compreso nel proprio tempo e «vero precursore di tutta l’Alema-
gna»
20
, interessa la dettagliata analisi dello sviluppo di un pensiero resi-
stente a presentarsi con chiarezza lineare, propenso, invece, a ritrovarsi
in un complicato groviglio di nozioni arretrate, contraddittorie tortuo-
sità e di folgoranti novità. Perciò, a valutare tutte le possibilità filoso-
fiche della
Scienza nuova
interviene, ancora una volta, la filologia in
grado di attestare l’insufficienza e il limite della pura speculazione. In
Vico, «provveduto di scarsa suppellettile filologica», è fonte di con-
traddizioni la dimensione totalizzante del privilegiato mondo latino,
assunto a metro di giudizio dello «svolgimento di ogni civiltà». Dall’in-
capacità a riconoscere le
differenze
nella storia umana nascono «quella
[…] vaghezza di chiudere ogni popolo dentro ai suoi primi limiti» e,
insieme, lo stimolo a riconsiderare la «vasta tela della
Scienza nuova
»,
questo «monumento gigantesco dell’ingegno italiano», capace di solle-
citare a fare «cose serie e durature»:
[…] E so che – conclude Fiorentino – a Vico farebbesì cosa più grata,
continuandone gli studii, e fecondandone la dottrina; […] a lui […] sarebbe
caro il vedere emendati i suoi difetti, aggrandita la sua
Scienza nuova
, e
cavati quegli ultimi corollari, che la iniquità dei tempi, il dispregio dei con-
temporanei e la propria pusillanimità non gli consentirono di cavare
21
.
Per tutto ciò, anche le oscillazioni e le incertezze del filosofo in
quanto filologo costituiscono lo specchio più fedele dello stato della fi-
losofia e della scienza nell’età moderna. Se il Vico che conta è anche
l’«attuale», erede dell’atteggiamento di tutta un’epoca storica tra nuo-
ve scoperte e tradizionali certezze, l’approfondita riflessione sulla
Scienza nuova
deve guardare anche al di là del suo autore e della «resi-
stenza» del suo stesso filosofare. È un vasto programma di lavoro teo-
rico e storiografico quello che Fiorentino prospetta su Vico, spinto
verso l’«Alemagna» dalle radici spaventiane della sua storiografia filo-
sofica e dal nuovo kantismo europeo, filologicamente aggiornato e,
tuttavia, attento a non chiudersi nel tradizionale modello storiografico
20
B.
S
PAVENTA
,
Prolusione e introduzione alle lezioni di filosofia nella Università di
Napoli, 23 novembre-23 dicembre 1861
[1862], poi (col titolo mutato da Gentile in
La filo-
sofia italiana nelle sue relazioni con la filosofia europea
) in I
D
.,
Opere
, a cura di G. Gentile,
Firenze, 1972, vol. II, I.
Della nazionalità nella filosofia. Prolusione
, pp. 446-447.
21
F. F
IORENTINO
,
Lettere sovra la
Scienza nuova, cit., pp. 203, 210-211.