AVVISATORE BIBLIOGRAFICO
206
2.
A
MOROSO
Leonardo,
Erläuternde
Einführung in Vicos
Neue Wissenschaft,
Würtzburg, Königshausen & Neumann,
2006, pp. 179.
3.
A
RCHAMBAULT
Paul J.,
Vico and
his critics
, in «Symposium. A Quarterly
Journal in Modern Foreign Literatures»
LVIII (2005) 4, pp. 249-269.
L’A. parte da un confronto tra gli
studi vichiani in America e in Francia, se-
gnando un bilancio tutto a favore del-
l’area linguistica nordamericana, special-
mente per quanto riguarda le traduzioni
vichiane, nonostante a Michelet vada ri-
conosciuto lo status di primo vero inter-
prete europeo di Vico. Tali riflessioni gli
sono state ispirate dal corso da lui tenuto
nel 1998 al Collège de France sul tema
«Discorso autobiografico/racconto stori-
co: dalle origini alla modernità», nel qua-
le ha dedicato a Vico due lezioni. Ma
non è su questo tema che verte il suo sag-
gio, che appare piuttosto una ricogni-
zione sul pensiero vichiano di carattere
didattico, arricchita da molte citazioni
tratte da opere vichiane; ricognizione nel
quale l’A. fa interagire due partiti inter-
pretativi opposti, che sembrano sussu-
mibili in una lettura di Vico come autore
barocco, segnatamente antimodernista,
che egli ascrive al recente libro di Maz-
zotta; e in una lettura storicistica di Vico,
che risale a Meinecke, Croce e soprattut-
to Berlin, che estrapolerebbe da Vico al-
cuni lumi sparsi senza preoccuparsi dav-
vero di una interpretazione contestuale
del suo pensiero. Un certo ruolo viene ri-
conosciuto anche ai lavori di Verene. Tra
questi due partiti, sostanzialmente interni
all’orizzonte di rappresentazione anglo-
americano, l’A. ritaglia a sé una sorta di
partito intermedio, in quanto Vico cer-
cherebbe di «fondere alcuni concetti
chiave» – in un’epoca che egli identifica,
con Hazard, come ‘crisi della coscienza
europea’ – con ‘concetti emergenti’ in un
non meglio identificato ‘geneticismo e
storicismo del suo tempo’. Nessuna men-
zione e probabilmente conoscenza viene
esibita della complessità ormai piena-
mente internazionale delle interpretazio-
ni vichiane attualmente in gioco, tanto
meno di quanto avviene in Italia; e pro-
babilmente per questo si ritrova, a p.
250, l’ambigua affermazione che «la serie
dei
New Vico Studies
, a cura» del pur-
troppo frattanto defunto «Tagliacozzo e
di Verene è degno complemento e conti-
nuazione della precedente serie italiana»,
che consisterebbe in sedicenti e non me-
glio identificabili «
Nuovi studi vichiani
».
Peccato che all’A. non sia stata data evi-
dentemente la ventura di conoscere, a
proposito del discorso autobiografico,
neppure i pregevoli studi di Andrea Bat-
tistini; se ne sarebbe sicuramente ramma-
ricato, se ne avesse avuto sentore.
[S. C.]
4.
B
ARBIERATO
Federico,
Politici e
ateisti. Percorsi della miscredenza a Vene-
zia fra Sei e Settecento
, Milano, Unicopli,
2006, pp. 346.
Il libro, frutto di un capillare lavoro
di schedatura dell’archivio del Sant’Uffi-
zio veneziano, è volto a restituire
«un’idea della complessità» di un am-
biente «in cui la vigilanza controriformi-
stica non riusciva a nascondere le crepe
di una religiosità inquieta, venata da
dubbi e spesso negata» e dove «gli ele-
menti di dissenso mutuati dalle correnti
ereticali più strutturate andavano a in-
grossare le fila di una religiosità piuttosto
confusa e indefinibile» (p. 13). L’interval-
lo cronologico preso in esame, corrispon-
1...,196,197,198,199,200,201,202,203,204,205 207,208,209,210,211,212,213,214,215,216,...244