AVVISATORE BIBLIOGRAFICO
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dente approssimativamente agli anni
1640-1740, vede addensarsi più che in
passato la documentazione dell’inquisi-
zione veneta «attorno ad alcuni temi pro-
pri della tradizione libertina e miscreden-
te» (p. 14), di cui l’A. mostra al tempo
stesso l’estrema varietà, l’ampia diffusio-
ne nei diversi livelli sociali, la presenza
all’interno della cultura laica e religiosa.
Il termine
ad quem
corrisponde allo svol-
gersi della crisi quietista, al trascolorare
della critica libertina nella cultura illumi-
nista e all’affiorare della sociabilità mas-
sonica, ossia agli anni in cui si collocano,
fra l’altro, la cacciata di Pietro Giannone
e il processo ad Antonio Conti, sulla scia
lunga della reazione al diffondersi degli
argomenti filosofici a sostegno dell’atei-
smo e dell’incredulità che non raggiunse
tuttavia, nel contesto veneziano segnato
dalla controversia giurisdizionalista con
Roma, le punte drammatiche dei processi
napoletani.
[D. A.]
5.
B
ARZAZI
Antonella,
Gli affanni
dell’erudizione. Studi e organizzazione cul-
turale degli ordini religiosi a Venezia tra
Sei e Settecento
, Venezia, Istituto veneto
di Scienze, Lettere ed Arti, 2004, pp.
VIII-457.
Il libro esamina l’attività e le istitu-
zioni culturali degli ordini religiosi a Ve-
nezia nei loro diversi aspetti (insegna-
mento, studi, biblioteche, iniziative edi-
toriali e via dicendo) nel periodo com-
preso fra la metà del Seicento e gli anni
60-’70 del secolo successivo. Sofferman-
dosi sui casi di quattro congregazioni
particolarmente inserite nel tessuto socia-
le della Serenissima (somaschi, domeni-
cani osservanti, camaldolesi e serviti), ma
tenendo ben presenti anche le vicende
degli altri ordini a partire dai gesuiti, la
cui reintroduzione negli stati veneti e la
cui crisi aprono e chiudono rispettiva-
mente il periodo in esame, l’A. delinea
con efficacia la parabola che prende le
mosse dalle riforme di Innocenzo X e In-
nocenzo XI, i cui importanti riflessi sul-
l’organizzazione degli studi monastici
contribuirono a delineare una fase com-
plessa di ridefinizione segnata anche dal-
l’influsso del modello maurino e dei pro-
getti muratoriani, come pure, per altro
verso, da un rilancio dell’attività di con-
trollo delle congregazioni romane. Negli
anni della Guerra di Candia, l’«acce-
lerazione delle dinamiche interne all’ari-
stocrazia veneziana, con l’aggregazione al
patriziato veneziano di facoltose famiglie
d’estrazione mercantile e il crescere della
pressione di una nobiltà media e minore
affermatasi nella carriera delle armi» (p.
41) comporta un’accresciuta domanda
verso una formazione non meramente eru-
dita, che si accompagna alla penetrazione
dei dibattiti scientifici e ai riflessi della
crisi quietistica. Gli anni
40 del Settecen-
to coincidono con l’apice della vivacità
culturale del clero regolare veneziano, la
cui organizzazione scolastica e scientifica
avrebbe iniziato a disgregarsi alla metà
del secolo di fronte alle trasformazioni
della società e poi alla politica giurisdi-
zionalistica della Repubblica.
All’interno di questo contesto si col-
locano fra l’altro alcuni momenti signi-
ficativi della fortuna veneziana di Vico,
sulla scia del progetto delle biografie dei
letterati di Giovan Artico di Porcìa e del-
le iniziative di Antonio Conti e del mino-
re osservante Carlo Lodoli. È il caso del-
la nota opera di divulgazione del pen-
siero vichiano condotta da Jacopo Stelli-
ni, professore di etica nello Studio di Pa-
dova dal 1739, il quale era inserito in un
ambiente, quello dei somaschi, partico-
larmente attento verso la scienza newto-
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