AVVISATORE BIBLIOGRAFICO
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e poi scrivere, che ad una ricerca orga-
nica ed argomentata.
[R. D.]
11. C
ACCIATORE
Giuseppe,
La cultura
storica a Napoli nella seconda metà del-
l’Ottocento
, in
Bartolommeo Capasso. Sto-
ria, filologia, erudizione nella Napoli del-
l’Ottocento
, Napoli, Guida, s.d. ma 2004,
pp. 133-146.
Nel sintetico ma denso contributo,
l’A. ragiona sui temi e gli autori della
storiografia napoletana post-unitaria (da
De Blasiis a Schipa, da Villari a Labrio-
la), espressione di un profondo rinnova-
mento culturale promosso dal De Sanctis
e radicatosi nell’università e nelle accade-
mie, nelle società storiche, nelle scuole di
archeologia e nelle deputazioni di storia
patria. In quella napoletana spiccò l’eru-
dizione e il senso storico-critico del Ca-
passo, di cui Cacciatore esamina i tratti
essenziali, coerenti con la tradizione set-
tecentesca di matrice vichiana, già richia-
mata dalla condivisa interpretazione cro-
ciana: «E, tuttavia, la storiografia italiana
e, segnatamente, napoletana, mostrava
un indubbio carattere di forza originale
che Croce simbolicamente rappresentava
nell’unione di Vico col Muratori, della
filosofia con la filologia e l’erudizione.
Stanno qui le origini di quella imposta-
zione – condensatasi proprio nelle figure
di Capasso, De Blasiis e Schipa – che
avrebbe dato vita alla ‘critica storica,
positiva o filologica che si dica’» (p. 136).
[F. L.]
12. C
ACCIATORE
Giuseppe,
Simbolo e
storia tra Vico e Cassirer
, in I
D
.,
Cassirer
interprete di Kant e altri saggi
, a cura di
G. Gembillo, Messina, Armando Sicilia-
no Editore, pp. 85-104.
L’A. coglie notevoli punti di conver-
genza fra Vico e Cassirer sul tema della
facoltà immaginativa e delle sue produ-
zioni specifiche; entrambi i filosofi, infat-
ti si preoccupano – pur nella diversità
degli accenti e delle posizioni – di «se-
gnalare e salvaguardare l’autonomia co-
noscitiva e la funzione formatrice della
fantasia» (p. 88). E lo fanno soprattutto
per fondare la legittimità
di fronte alla
e
prima della
ragione, l’uno delle costru-
zioni metaforiche della mente umana –
primitiva e non –, l’altro delle formazioni
simboliche.
In Vico la fantasia e la creazione della
metafora come sua forma di espressione
principe non è soltanto, dal punto di vi-
sta storico, un «particolare momento del-
l’attività della mente umana» (p. 92), ma
anche, per il suo legame con l’esperienza
sensibile, «lo strumento più adegua-
tamente filosofico di sintesi, comparazio-
ne e commisurazione delle cose»; così
come in Cassirer il simbolo non rappre-
senta soltanto «un momento storicamen-
te determinato di una autonoma fenome-
nologia dell’attività creativa dell’uomo»,
ma anche il
medium
attraverso cui si
esercita la «funzione sintetica dello spi-
rito» (
ibid
.). Si pensi, a questo proposito,
all’universale fantastico vichiano, finzio-
ne poetica che sussume la molteplicità
dei caratteri possibili sotto alcune catego-
rie formate dalla fantasia che rispondono
alla primigenia esigenza conoscitiva pro-
pria della mente umana, testimoniando in
Vico la consapevole «storicizzazione della
ragione e delle facoltà immaginative del-
l’uomo» (p. 100). Parallela all’universale
fantastico in Cassirer è la «formazione
simbolica», alla quale il filosofo tedesco
affida «la funzione di sintesi e unificazione
della molteplicità reale sensibile» (
ibid
.).