AVVISATORE BIBLIOGRAFICO
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sua definizione di un soggetto epistemico
slegato dal corpo e dalle sue facoltà. La
formulazione di un ‘senso comune filosofi-
co’ nelle pagine di «un filosofo della mente
anomalo» come Mark Johnson, si esaurisce
in una descrizione dell’ immaginazione
come attività «fisica» e «mentale» insieme,
in grado di riprodurre raffigurazioni «og-
gettive» e «intersoggettive» insieme. In-
somma, un’attività cognitiva che ci permet-
te di ‘agire nel mondo’ e di ‘interagire sen-
satamente con gli altri’. E qui s’inserisce
Vico con tutta l’eccentricità e la straordina-
rietà di un concetto come quello di sapere
poetico, categoria filosofica del tutto nuova
rispetto a quelle imperanti tra Sei e Sette-
cento, e già in grado di rispondere alla do-
manda se il nostro patrimonio di sensazio-
ni, emozioni, passioni, immaginazioni pos-
sano essere valide forme di conoscenza:
«La mente che conosce poeticamente uti-
lizza per Vico facoltà fisiche e specifica-
mente individuali per esercitare una facoltà
conoscitiva, che non è speculativa, ma
creativa e pratica. Ad essere in opera in ta-
le forma di conoscenza è l’immaginazione,
interpretata come capacità eminentemente
cognitiva» (p. 192). Il programma vichiano
di riportare di nuovo in vita – contro i suoi
tempi e contro la forma del «sapere ripo-
sto» – i caratteri del sapere poetico attra-
verso l’azione della memoria, permette il
superamento dell’«antisensualismo», della
«mancanza di creatività» e del «solipsi-
smo» legati ad un sapere riposto che ha di-
menticato le sue origini. Strumento pos-
sente di questo movimento è il senso co-
mune, facoltà che «pur essendo singolaris-
sima, non isola. Egli la definisce infatti ‘co-
mune’, non solo ad un gruppo di individui
che condividono un’esperienza in uno spa-
zio definito, ma a ‘tutto il genere umano’»
(p. 196). E la magia del passaggio da una
forma di giudizio sensibile e singolare ad
un valore universale è garantita dal «con-
cetto più arduo e rilevante esposto nell’am-
bito del sapere poetico, il concetto di ‘uni-
versale fantastico’» (p. 196). Il carattere
fantastico di Goffredo e il significato che
carica la raffigurazione del «vero Omero»
contribuiscono a chiarire il rapporto tra
poesia e filosofia e così a fare i conti con le
diverse posizioni di Platone e Aristotele e
con un nuovo concetto di ‘vero’. «Il sapere
e la norma, elaborati dalle menti incorpo-
rali che pensano con facoltà fisiche, non ri-
specchiano ciò che da sempre è, ma inven-
tano un sapere nuovo che è prospettico e,
insieme, comune» (p. 199).
[M. S.]
24. G
ILBHARD
Thomas, recensione a
G. V
ICO
,
Principj d’una Scienza Nuova
d’intorno alla comune Natura delle Nazio-
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(Napoli, 1730, con postille autografe,
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(Napoli, Liguori, 2002), in «Marginalien.
Zeitschrift für Buchkunst und Bibliophi-
lie» CLXXXIV (2006), pp. 75–77.
25.
G
RAU
Ferran, recensione a G.
V
ICO
,
Obras. Retórica. Instituciones de
Oratoria
(Barcelona, Anthropos, 2004),
in «Studia Philologica Valentina» VIII
(2005) 5, pp. 263-268.
26.
G
UARAGNELLA
Pasquale,
Un
giuoco di specchi nella narrazione dell’io.
La
Vita scritta da se medesimo
di Giam-
battista Vico
, in
Text – Interpretation –
Vergleich. Festschrift für Manfred Lentzen
zum 65. Geburtstag
, hrsg. v. J. Leeker
und E. Leeker, Berlin, E. Schmidt
Verlag, 2005, pp. 230–246.
Alla ricerca di
topoi
, fonti e assonan-
ze letterarie e filosofiche presenti nella
1...,206,207,208,209,210,211,212,213,214,215 217,218,219,220,221,222,223,224,225,226,...244