AVVISATORE BIBLIOGRAFICO
221
Cassiano, Lungro (CS), Marco Editore,
2006, pp. LXXVIII-285.
Si tratta di una nuova edizione, cor-
redata dall’ampio saggio introduttivo del
curatore, dello studio sul pensiero di Vi-
co pubblicato a Napoli dal giurista Ce-
sare Marini nel 1852.
34.
M
ECCARIELLO
Aldo, Vico, Leo-
pardi, Gramsci buoni maestri di comuni-
smo
, in «Liberazione» 7-2-2007, p. 3.
35.
M
USCELLI
Cristian,
Il segno di
Giove. Essere, storia e linguaggio nella
Scienza nuova
di Vico,
in «Modern Lan-
guage Notes» CXX (2005) 1, pp. 93-110.
L’A. espone in questo saggio alcune
considerazioni riguardo la riflessione lin-
guistica elaborata da Vico a partire dalla
redazione del 1725 della
Scienza nuova
,
soffermandosi in modo particolare su «l’in-
tuizione di un linguaggio che, in certo mo-
do e misura, ha parte attiva nella costru-
zione del mondo, che non è portatore di
funzioni meramente comunicative e di de-
signazione, ma che anzi è orizzonte poten-
ziale entro cui il mondo emerge» (p. 94).
Ripercorrendo l’interpretazione cro-
ciana del pensiero di Vico e guardando
pure ai più recenti studi sul linguaggio di
Trabant, Muscelli incentra la propria
analisi partendo dal presupposto che il
filosofo napoletano consideri semplici-
stica la pretesa di concepire le idee ante-
cedenti rispetto alla lingua, che è nata
dalla necessità di comprendere e di co-
municare, non già come accordo conven-
zionale ad opera dell’uomo. Una delle
premesse dalle quali l’A. prende le mosse
è, quindi, l’antitesi della posizione di
Vico rispetto a quella di Aristotele: que-
sti – come è noto – ha individuato nel
linguaggio «l’ultimo degli elementi nella
produzione di senso da parte dell’uomo,
materiale con sola funzione comunicativa
in grado di garantire l’accessibilità del
pensiero» (
ibid
.), mentre il filosofo na-
poletano estende la categoria del linguag-
gio ad ogni forma espressiva e comuni-
cativa. In tale direzione lo studio etimo-
logico condotto da Vico intende rico-
struire il mito, che altro non è se non la
favola che ha originato il linguaggio nella
certezza che le origini delle cose e quelle
delle parole coincidono.
«Chiedersi quale sia l’origine del
linguaggio», conclude Muscelli, «è un er-
rore se ignoriamo che la domanda è isti-
tuita dalla filosofia» (p. 109), filosofia
che dovrebbe invece interrogarsi sull’ori-
gine e sulla conseguente evoluzione del
linguaggio, inteso come pratica umana.
[A. Scogn.]
36. N
AGY
József, recensione a A. B
AT
-
TISTINI
,
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logna
(Bologna, Il Mulino, 2004), in
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37.
N
AVARRO
G
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Francisco,
Hermenéutica, traducción y emulación.
Apuntes metodológicos a las
Instituciones
de Oratoria
de G. B. Vico
, in
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y Disimulación. Aspectos constitutivos del
penasmiento europeo
, a cura di P. Badillo
O’ Farrel, J. M. Sevilla Fernandez, J.
Villalobos Domínguez, Sevilla, Mínima
del CiV (
/
civico/index.html), 2003, pp. 105-112.
Curatore nel 2002 della traduzione in
lingua spagnola delle
Orazioni inaugurali,
del
De antiquissima,
del
De ratione
e del
De mente eroica
e nel 2004 delle
Institu-
tiones oratoriae
(entrambe presso l’edi-