AVVISATORE BIBLIOGRAFICO
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‘educazione’ tanto dell’anima quanto del
corpo riacquistano «giuste corporature»
e si danno le prime forme di governo.
[A. Scogn.]
46.
P
RESTIPINO
Giuseppe,
Tre voci
nel deserto. Vico, Leopardi, Gramsci per
una nuova logica storica
, Roma, Carocci,
2006, pp. 221.
È un bel libro questo di Giuseppe
Prestipino; una riflessione sulla storia – o
meglio sulle storie – e sulla possibile
chiave di interpretazione che della logica
e del senso più profondo di essa ne
hanno dato, ciascuno nel proprio tempo,
Vico, Leopardi e Gramsci.
«Trovo in Gramsci» – così l’A. – «un
poderoso tentativo di proiettare verso il
futuro alcune categorie portanti della
passata-presente storia universale, trovo
invece in Leopardi una bipartizione fi-
losofica della storia tra un passato che
non ritorna e un presente senza futuro,
trovo in Vico una storia ideale quadri-
partita del passato storico che ritorna.
[…] Mi appaiono come tre voci nel de-
serto: Vico o l’ottimismo della ragione e
della volontà nel deserto della Contro-
riforma, Leopardi o il pessimismo della
ragione e della volontà nel deserto della
Restaurazione, Gramsci o il pessimismo
della ragione e l’ottimismo della volontà
nel deserto del fascismo. L’antitesi otti-
mismo-pessimismo è presente in Italia
forse più che altrove, soprattutto in ra-
gione delle vicende storiche del nostro
paese» (pp. 9-10).
Questa, in sintesi, è la chiave di lettu-
ra per accedere al senso più profondo di
questo interessante studio, nel quale l’A.
affronta il pensiero di Vico e quello di
Leopardi tramite un approccio filologico,
mentre grazie a Gramsci, servendosi di
schemi interpretativi piuttosto rigorosi,
cerca di stabilire un confronto con i pro-
blemi del tempo attuale. Il ripercorrere il
pensiero di questi tre autori consente a
Prestipino di riflettere – grazie ad un in-
treccio di filosofia, poesia e politica – circa
una possibile proposta teorica valida so-
prattutto per i nostri giorni. È infatti una
pregiudiziale metodologica di Prestipino il
credere che la filosofia debba essere teoria
della storia, o logica storica, e che le giovi
un rinnovato ‘spirito di sistema’.
[A. Scogn.]
47. R
OCKMORE
Tom,
Croce’s Reading
of Vico
,
in I
D
.,
A New Look at Croce’s
Historicism
, in «Idealistic Studies»
XXXV (2005), 1, pp. 53-55.
Il saggio è una riflessione sullo stori-
cismo crociano a partire dalle sue relazio-
ni con il pensiero di autori come Marx,
Hegel e Vico. Per quanto concerne il
rapporto fra Croce e Vico, l’A. analizza
alcuni punti salienti de
La filosofia di
Giambattista Vico
(Bari, 1911). Egli chia-
risce come in quel libro Croce abbia di-
stinto due fasi nella vichiana elaborazio-
ne del
verum-factum
: una prima, concen-
trata negli scritti precedenti la
Scienza
nuova
, in cui questa concezione della ve-
rità viene applicata unicamente alla mate-
matica; e una seconda, che trova la pro-
pria espressione compiuta nella seconda
edizione del capolavoro vichiano, in cui
il vero, in quanto fatto dall’uomo, diven-
ta il paradigma epistemologico fondativo
delle scienze morali, nelle quali l’essere
umano può così realizzare una conoscen-
za perfetta pari a quella divina nei con-
fronti della natura.
Tuttavia, osserva ancora l’A., Croce è
piuttosto «critico con la concezione della
storia di Vico», in quanto contesta al-
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