AVVISATORE BIBLIOGRAFICO
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l’idea «vichiana dei corsi e ricorsi la man-
canza di ogni reale concezione del pro-
gresso», che, nozione fondamentale per
lo storicismo crociano, al filosofo sette-
centesco il suo cattolicesimo «avrebbe
impedito di comprendere» (p. 55). Sic-
ché proprio sulla questione del ricorso e
del progresso negato, Croce – a giudizio
dell’A. – ravviserebbe in Vico una sorta
di «abbandono […] della filosofia per la
teologia», e dunque una «lotta strenua
fra il filosofo ed il teologo» che avrebbe
impedito all’autore della
Scienza nuova
«di elaborare una storia universale come
quella herderiana» (
ibid
.).
Inoltre – scrive ancora l’A., seguendo
Croce –, «sebbene Vico rimase sconosciuto
ai grandi idealisti tedeschi, c’è un filo di-
retto fra la sua concezione della conoscenza
e quella di questi ultimi» (
ibid
.), ragion per
cui si può concludere che il filosofo napo-
letano «anticipa quasi tutte le principali
dottrine dell’idealismo tedesco» (
ibid
.).
[R. D.]
48.
R
OSSI
Tommaso,
Opere filoso-
fiche
, con un saggio e a cura di A. De
Spirito, Roma, Edizioni di Storia e Lette-
ratura, 2006, pp. LXV-413.
Il curatore fa luce su Tommaso Rossi,
pensatore del secolo XVIII del quale og-
gi poco si conosce, nonostante fosse sti-
mato da Vico «degno della più famosa
Università dell’Europa» (p. V). Il saggio
introduttivo precede un’importante ope-
razione editoriale, ovvero la riproduzione
integrale delle uniche opere a stampa che
di Rossi ci sono pervenute, e cioè le
Con-
siderazioni di alcuni misterj divini raccolte
in tre dialoghi
(1724), il
Dell’animo del-
l’uomo. Disputazione unica nella quale si
sciolgono principalmente gli argomenti di
Tito Lucrezio Caro contro all’immortalità
(1736), e il
Della mente sovrana del mon-
do. Disputazione tripartita
(1743). Di Rossi
poi – chiarisce De Spirito – sono conser-
vate pure due epistole e un sonetto indi-
rizzati a Vico, oltre che un’ode in latino
dedicata al duca Giuseppe Brunassi.
Proprio al rapporto che legò Rossi a
Vico sono dedicate alcune delle pagine del-
l’
Introduzione
al volume, che mostra tut-
tavia profonde carenze scientifiche e ab-
bonda di enfasi gratuita. In essa, pertanto,
De Spirito precisa che tra il 1724 ed il 1737
Rossi fece pervenire al filosofo napoletano
il manoscritto delle
Considerazioni
e quello
dell’
Animo umano,
come testimoniano le
due lettere inviategli rispettivamente in data
11 giugno 1729 e 12 febbraio 1737, nelle
quali, peraltro, egli prega Vico di aiutarlo a
diffondere le sue opere oltre il confine na-
poletano. Un breve cenno è poi fatto a quei
pensatori che nell’Ottocento si sono occu-
pati del rapporto tra Vico e Rossi, ovvero
Luigi Settembrini, Paolo Emilio Tulelli,
Enrico Cenni, Pietro Ragnisco, Vincenzo
Lilla, Ludovico Ventura.
Importante – ed è solo questo che
del volume ci sembra opportuno porre
bene in evidenza – è proprio l’aver riu-
nito finalmente insieme le opere di Tom-
maso Rossi, permettendone una più sem-
plice ed agevole consultazione a quanti
volessero approfondirne gli argomenti.
[A. Scogn.]
49.
T
HURSTON
Benjamin, recensione
a A.
B
USST
,
L’’Orphée’ de Ballanche: ge-
nèse et signification. Contribution à l’étu-
de de la pensée de Giambattista Vico
(Bern, Lang, 1999), in «French Studies»
LIX (2005) 3, pp. 411-412.
50.
T
RABANT
Jürgen,
From Semioge-
nesis to Glottogenesis in the 18th Century
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