AVVISATORE BIBLIOGRAFICO
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antichissima, mentre Machiavelli indaga
il rapporto tra leggi e costumi, fermando-
si tuttavia all’immediata implicazione
delle une negli altri. È forte in Vico la
volontà di stabilire la relazione tra i piani
diversi che compongono la vita politica,
quello giuridico e quello dei costumi e
delle credenze comuni di un popolo. La
politica deve di certo mantenere l’auto-
nomia che le ha conferito Machiavelli,
ma deve essere ugualmente svelato il suo
legame con la sfera dei costumi civili e
della legge.
«La risposta vichiana è estremamente
complessa perché – questo è il senso del-
la critica a Machiavelli – deve elaborare
l’autonomia scientifica del sociale. È una
risposta complessa perché Vico trasfor-
ma strumenti concettuali appartenenti a
più tradizioni […] da cui si formano
l’oggetto e il metodo della
Scienza nuo-
va
» (p. 4). Vico si rende conto che la
questione machiavelliana del manteni-
mento della virtù politica non può essere
risolta sul piano politico-morale e nean-
che sulla base dei principi della scienza
giuridica. La natura umana deve essere
‘consustanziata’ al complesso socio-cul-
turale e non gli può essere anteposta.
La politica in Vico passa anche attra-
verso la mitologia (sapienza politica),
mentre per Machiavelli la religione ha ef-
fetti politici in quanto è garanzia dell’or-
dine. Attraverso una spiegazione antro-
pologica in Vico si giunge alla compren-
sione socio-politica, tramite la quale la re-
ligione in età moderna tende a dissolversi
perché inserita nel contesto evolutivo di
un processo socio-culturale. Vico – così
emerge dalle pagine di Vanzulli – non ri-
solve il problema del governo migliore, e
non intende risolverlo nella complessità
che coinvolge il rapporto tra sapere e po-
litica. Gli assiomi e gli interrogativi posti
dal filosofo napoletano nella
Scienza nuo-
va
aprono la strada alle riflessioni riguar-
do il problema stabilito da Machiavelli,
ovvero l’interrogativo di quale sia il go-
verno migliore: Vico, come Machiavelli,
deve scegliere la soluzione della monar-
chia e del principato.
Interessante è, inoltre, la collazione
che l’A. conduce tra le tre edizioni della
Scienza nuova
di quei passi nei quali Vico
elabora i tentativi di una pratica politica:
«Il problema non è la definizione scienti-
fica della politica, piuttosto la politica
non si fa governare dalla scienza in ciò
che le è essenziale, la determinazione del-
l’azione politica e della sua necessità.
[…] La politica è scienza perché essa fa
parte della scienza delle nazioni, la politi-
ca è società ed è storia, ma essa torna a
dipendere dall’arbitrio degli uomini e
della contingenza delle situazioni politi-
che» (pp. 6-7).
Degni di attenzione sono poi i passi
nei quali si riflette sul fatto che Vico se-
para scienza e politica solo dopo avere
tentato di fare della sua scienza una
scienza dalle immediate applicazioni
politiche. È la legge la migliore media-
trice del conflitto sociale: è questa l’al-
tra lezione di Machiavelli bene assimi-
lata da Vico. Sia in Machiavelli che in
Vico la politica va vista soltanto nel sen-
so di una
conservatio
«che si è scoperta
di difficile determinazione, perché sog-
getta al cambiamento culturale e al-
l’azione di forze politiche che assumono
diverse valenze e che vanno intese nella
loro relazione» (p. 8).
Vanzulli pone infine il problema del-
la religione. Machiavelli vuole compren-
dere cosa sia la religione per la politica,
Vico, invece, per la civiltà e per il suo
corso. A nessuno dei due interessa stabi-
lire cosa sia la religione in sé. Per Ma-
chiavelli è religione politica, per Vico re-
ligione civile.
[A. Scogn.]