AVVISATORE BIBLIOGRAFICO
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frontano il testo con le traduzioni esisten-
ti, presentando così in un unico volume il
pensiero teorico di Vico sulla retorica.
[F. G.]
55.
V
ITI
C
AVALIERE
Renata,
Storia e
umanità. Note e discussioni crociane
, Na-
poli, Loffredo, 2006, pp. 252.
Di fronte al perdurante e spesso taciu-
to influsso dell’opera di Benedetto Croce
nella cultura italiana del XX secolo, l’A.
rivendica la fecondità del pensiero cro-
ciano, ripercorso in densa sintesi nei saggi
presentati nella prima parte del volume.
Sono qui individuate le successive tappe
della sistemazione teoretica dei nuclei
concettuali dello storicismo crociano, nel-
la cui impronta etico-politica di fondo l’A.
riconosce il carattere umanistico-liberale
di una riflessione che «si attua nell’eserci-
zio del giudizio storico-critico, il solo ca-
pace di tenere a freno l’impeto sin troppo
umano degli abiti mentali, delle fedi in-
concusse, o del presunto possesso defini-
tivo del vero» (p. 136).
In questa chiave di lettura non dog-
matica dell’eredità crociana, nella secon-
da parte del volume l’A. si sofferma sul-
l’originale sviluppo da parte di Raffaello
Franchini delle tematiche d’ispirazione
crociana sulle basi filosofiche e sul valore
spirituale dell’
Utile
,
e sottolinea come le
puntualizzazioni di Piovani al tentativo
di Carlo Antoni di conciliare storicismo e
giusnaturalismo, seppure mosse da un
prospettiva filosofica radicalmente diver-
sa, «non apparvero ingiustificate neppu-
re agli studiosi crociani» (p. 181). Fedele
allo spirito di rilettura critica che la con-
traddistingue, l’A. chiude il suo percorso
soffermandosi su «Vico nella scuola cro-
ciana» (pp. 185-246), che più che una
mera rassegna rappresenta un invito agli
studiosi di Vico ad una più pacata e sto-
ricizzata riflessione sul ruolo del Vico di
Croce nella storiografia filosofica italiana
del Novecento. «Se dunque è d’obbligo
per lo studioso di Croce il riconoscimen-
to della preponderante impronta vichia-
na (accanto s’intende a Hegel, e a Kant
in certa misura), per l’interprete di Vico
sarebbe pur sempre utile tener presente
la singolarissima occasione teoretica of-
ferta dalla monografia del Croce, e dai
numerosi scritti successivi ispirati a Vico
e al vichismo» (p. 187). Di qui l’atten-
zione riservata dall’A. agli studi vichiani
di quanti, tra gli amici, sodali e interpreti
di Croce (Fausto Nicolini, Antonio
Sarno, Antonio Corsano, Mario Fubini,
Giudo De Ruggiero, Adolfo Omodeo,
Manlio Ciardo, Alfredo Parente, Carlo
Antoni, Raffaello Franchiani, Carlo Lu-
dovico Ragghianti), nel loro lavoro esege-
tico e storiografico, condotto con metodi
di ricerca peculiari, ebbero ben presente
il principio vichiano di unità di filologia e
filosofia. Un panorama di studi dal quale
giustamente l’A. non espunge le originali
rielaborazioni di temi vichiani nella filo-
sofia esistenzialista di Enzo Paci e negli
studi sul mondo magico di Ernesto De
Martino; per questi autori, infatti, «l’in-
termediazione di Vico rappresentò un
elemento di raccordo e forse anche il
principale motivo di un radicale distac-
co» (p. 215) dalla filosofia crociana.
[R. M.]
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