FABRIZIO LOMONACO
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e applicata dal filosofo napoletano alle «cose umani civili». Questi non
è più semplicemente l’antefatto di Kant, perché entrambi – sia pure in
un contesto storico generale che idealmente li coinvolge – presentano
differenze specifiche. Vico, infatti, diventa il fondatore di un’idea della
storia e del suo sviluppo perseguito da un «nuovo Kant», quello letto e
utilizzato nelle scuole dello sperimentalismo europeo (con la «psico-
logia dei popoli» di Lazarus e Steinthal), compatibile, soprattutto, con
le istanze sperimentali di Herbert Spencer, la cui «ricerca genetica del-
le cose umane» sembra continuare il pensiero vichiano, quando ne
condivide le riserve sulla possibilità di fondazione
a priori
della storia
contro la «preoccupazione sistematica» – solo in parte condivisa da
Vico – e l’uso di «fantastici modelli» che con la loro fissità contraddi-
cono alla storia. La teorizzata «effettualità» di quest’ultima segna la
messa in mora del modello classico di
filosofia della storia
e l’insorgere
di un’altra prospettiva interpretativa che, nella ricerca della genesi dei
fatti, non scade mai nell’astratto «sistematico» o nell’identico assolu-
tamente unitario. Al di là delle loro tradizionali delimitazioni di campo
d’indagine,
Sociologia
e
Scienza nuova
scoprono motivi comuni nell’ana-
lisi della «modificazioni della nostra mente» e della «psiche umana, il
ceppo, donde germoglia ogni prima idea umana» e l’origine stessa della
sua storia identificata con la pratica delle
sepolture
26
.
Di Fiorentino e del suo Vico Mondolfo dà una lettura in cui con-
vergono le sue esperienze di studioso del positivismo e del materiali-
smo, sintonizzati sul mai rinnegato idealismo degli anni della forma-
zione. E proprio alle ragioni di tale convergenza non appare estraneo
l’orientamento del pensiero dell’Ardigò ne
La formazione naturale nel
fatto del sistema solare
(1877), «documento – si legge nel saggio del
1935 – anch’esso della medesima esigenza, coll’affermazione dell’infi-
nito presente e operante in ogni finito, dell’indistinto immanente in
ogni distinto, del ritmo intrinseco alla realtà, concepita tutta quanta
nella sua unità quale ritmo dei molteplici ritmi»
27
. La rilevanza del
tema è certo causa non ultima dell’approfondimento delle relazioni tra
26
F. F
IORENTINO
,
Svolgimento storico e condizioni presenti della filosofia della sto-
ria
, cit., pp. 271, 272, 270, 272. «L’umanità incomincia per entrambi dalle sepolture:
l’
humanitas
per Vico come per Spencer, comincia dall’
humare
» (ivi, p. 272).
27
R. M
ONDOLFO
,
Francesco Fiorentino e il positivismo
, poi in
Onoranze a France-
sco Fiorentino nel cinquantenario della sua morte
, Napoli, 1935, p. 96. Cfr. A. S
ANTUC
-
CI
,
Mondolfo, Ardigò e il positivismo
, in
Filosofia e marxismo nell’opera di Rodolfo
Mondolfo
, a cura di E. Garin, Firenze, 1979, p. 139.
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