RODOLFO MONDOLFO INTERPRETE
DEL VICO DI FIORENTINO
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«positivismo e marxismo» nelle pagine conclusive su
Il pensiero politi-
co nel Risorgimento italiano
(1959), un volume che pubblica i testi del-
le lezioni tenute tra il 1922 e il 1923. In esso la polemica con gli «sto-
rici idealisti» (Gentile) e i loro autori più celebrati (Galluppi, Rosmini
e Gioberti) giunge alla rivendicazione dell’originale presenza nella cul-
tura italiana dei primi critici del sensismo (Melchiorre Gioia e Giando-
menico Romagnosi) che, pur non ancora del tutto fuoriusciti da esso,
si pongono, tuttavia, il problema del nesso tra
coscienza
e
azione
; lo
stesso, presente, al di là delle astratte e inutili distinzioni di scuola, nel-
l’opera di Ardigò, nella «sua contrapposizione alla gretta dottrina ma-
terialistica», nel «riconoscimento esplicito della coscienza come ele-
mento irriducibile e primordiale, come il primo fatto, la prima eviden-
za e certezza, e quindi il centro della filosofia positiva»
28
.
Proprio il ricorso al «fatto di coscienza» consente di liberare il posi-
tivismo dai limiti di un volgare materialismo e di privilegiare, invece,
l’analisi delle condizioni che rendono concreto il sapere umano alla lu-
ce della costitutiva tendenza degli uomini alla vita sociale. Caduto ogni
presupposto naturalistico, la scienza dev’essere riferita alla prassi. Qui
matura l’incontro con il marxismo autentico, con quella «filosofia»,
cioè, che stabilisce l’indissolubilità nel nesso
coscienza
-
azione
e si ri-
volge a Vico
29
. È noto, infatti, che il primo approccio alla filosofia della
Scienza nuova
in Mondolfo risalga agli studi di inizio Novecento, con-
fluiti nel saggio su
La filosofia del Feuerbach e le critiche del Marx
(1909). In esso la prima vera e propria applicazione del noto principio
verum ipsum factum
è attribuita all’autore del
Wesen des Christen-
thums
che riferisce finanche l’autocoscienza e la conoscenza del mon-
do all’attività del pensiero umano: se pensare è «prodursi», «pensare il
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R. M
ONDOLFO
,
Il pensiero politico nel Risorgimento italiano
, Milano, 1959, pp.
29, 115, 116. In proposito è fondamentale l’analisi di A. A
GNELLI
,
Mondolfo storico
della filosofia politica del Risorgimento
, in
Rodolfo Mondolfo
,
«Critica Sociale»
LXXVII (20 dicembre 1967), supplemento al fascicolo n. 24, pp. 23-25.
29
In uno scritto del 1920, commemorativo della morte dell’Ardigò, Mondolfo rie-
voca del suo predecessore sulla cattedra bolognese la profonda «consapevolezza e pre-
senza continua dell’infinito», la «
primalità
dell’attitudine psichica, che genera i fatti» e
che, superando l’antitesi soggetto-oggetto, si rivela compatibile con la concezione
dinamica e critica, fortemente antideterministica della filosofia di Marx e con il relati-
vo concetto di storia umana «come
rovesciamento della praxis
», sintonizzato sulla tra-
dizione dello sperimentalismo rinascimentale e sul
verum-factum
vichiano (R. M
ON
-
DOLFO
,
Roberto Ardigò
, in «Critica Sociale» XXX, 1920, 18, p. 287). Cfr., in propo-
sito, M.
I
SNARDI
P
ARENTE
,
Lo storicismo di Rodolfo Mondolfo…
, cit., p. 96.
1...,15,16,17,18,19,20,21,22,23,24 26,27,28,29,30,31,32,33,34,35,...244