FABRIZIO LOMONACO
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mondo è crearlo», al punto che dalla coscienza proviene il mondo in
quanto idea
30
. Qui si documenta il complesso rapporto di Feuerbach
per un verso con Hegel e, per l’altro, con Engels e Marx. Condividen-
do le riserve critiche espresse da Gentile, nel 1899, sul «materialismo»
della filosofia di Marx, Mondolfo esalta di Feuerbach l’autentico
hu-
manismus
che è la via di accesso al vero Marx, quello che il «rovescia-
mento» delle tesi di Hegel lo vive come contrapposizione di uno stori-
cismo umanistico a uno ‘teologico’. Perciò, con l’approdo a una vera
unità dialettica di soggetto e oggetto il richiamo al
Capitale
segna la ca-
duta definitiva dell’interpretazione oggettivistica della storia che aveva
fatto confluire il marxismo nel positivismo
31
. Il vero Marx è maestro
autentico di «umanismo» che oltrepassa l’antropologia «naturalistica»
di Feuerbach e capovolge l’idealismo di Hegel, per fare dell’uomo il
protagonista della storia. Questa non è né rivelazione della Provvi-
denza né specchio della natura ma dimensione costitutiva dell’essere
umano nella sua concreta partecipazione alla vita della natura e al
mondo sociale. C’è, quindi, in Mondolfo la consapevolezza dell’azione
reciproca di soggetto e oggetto, del rapporto fondamentale di intera-
zione tra il momento del volontarismo antimaterialistico e la dimensio-
ne storicistica delle condizioni non soggettive. Se l’uomo è
oggetto
,
perché dipendente dalla realtà materiale, è, però, anche
soggetto
, risul-
tando tale realtà prodotta da lui. In quanto processo di trasformazione
dell’uomo, la storia si risolve nella sua stessa autotrasformazione. A
sancirla è la
prassi
che il marxista Mondolfo, non immemore della le-
zione idealistica (Gentile), definisce come l’attività pratica del soggetto
vivente nel mondo sociale, l’azione che compie nel suo costitutivo rela-
zionarsi alla realtà delle istituzioni. Ed è questa corrispondenza tra at-
tività pratica del soggetto e oggettivazione etico-politica il punto di
maggior contatto del marxismo con la filosofia di Vico. In tale conte-
sto – non trascurato dalle acute osservazioni di Garin sulla genesi idea-
30
R. M
ONDOLFO
,
La filosofia del Feuerbach e le critiche del Marx
[1909], poi in
I
D
.,
Umanismo di Marx. Studi filosofici 1908-1966
, Torino, 1968, p. 34. Cfr. M. I
SNAR
-
DI
P
ARENTE
,
Il Vico e il pre-Vico di Rodolfo Mondolfo
, in questo «Bollettino» VII
(1977), pp. 68 sgg.
31
Cfr. N.
B
OBBIO
,
Introduzione
a R. M
ONDOLFO
,
Umanismo di Marx…
, cit., pp.
XLVII, XX e, per i richiami alle tesi di G. G
ENTILE
[
La filosofia di Marx. Studj critici
(Pisa, 1899), V edizione riveduta e accresciuta, a cura di V. A. Bellezza, Firenze, 1974], il
fondamentale studio di E. G
ARIN
,
Mondolfo e la cultura italiana
, in
Filosofia e marxi-
smo nell’opera di Rodolfo Mondolfo
, cit., p. 23 e nota.