RODOLFO MONDOLFO INTERPRETE
DEL VICO DI FIORENTINO
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tà dinamica dello sviluppo storico. L’autore della
Scienza nuova
appar-
tiene, infatti, alla storia del proprio tempo anche come
voce […] isolata o con eco affatto inadeguata e, tuttavia, destinata a in-
fluire sopra vari scrittori: storici, come Giannone, Botta, Colletta; economi-
sti, come l’abate Galiani; filosofi e moralisti, come Jacopo Stellini e Antonio
Genovesi. Ma nessuno di questi arriva ad essere figura di primo piano nella
storia del pensiero filosofico, né imprime alla dottrina vichiana sviluppi
ulteriori comparabili a quelli che si presentano nei secoli XIX e XX.
37
In uno storico come Mondolfo, tanto sensibile ai richiami del suo
privilegiato oggetto di studio, l’interpretazione di un «classico» del pen-
siero filosofico moderno non rimane fine a se stessa; è parte di una più
generale rimeditazione, interessata ad ampliare i confini della «filosofia
della prassi» in quelli di una «filosofia della cultura» che, contro ogni
forma di dualismo, punta a «‘umanizzare’ […] il naturale»
38
. Il limite di
tale impostazione è nell’impegno storiografico votato a chiudersi in una
dialettica interna di idee o di problemi ripetuti e riproposti in una
continuità
uniforme e senza novità, alla luce della quale la chiave di
lettura del pensiero di Vico coincide quasi esclusivamente con l’analisi
delle filosofie del passato che l’hanno anticipato o di quelle che quel
pensiero ha stimolato. Perciò, in conclusione, di Fiorentino Mondolfo
accoglie la soluzione offerta al complesso tema delle relazioni tra storia e
filosofia che, pur nella tendenziale infedeltà alle premesse idealistiche,
orienta la
storia della filosofia
in direzione di un’unità di senso senza,
37
I
D
.,
Il pensiero politico nel Risorgimento italiano
, cit., pp. 18, 13, 14-15 e I
D
.,
La
filosofia contemporanea in Italia. Risposta […] al professore Francesco Acri
, Napoli,
1876, p. 2. Sull’applicazione del principio di «continuità» in ambito storiografico è in-
tervenuto G. C
AMBIANO
(
Il ritorno degli antichi
, Roma-Bari, 1988, p. 108) che, trattan-
do anche di «Mondolfo e il pensiero tecnico degli antichi», ha acutamente osservato
che la necessità dell’interprete di modificare «i risultati della storiografia idealistica gli
aveva fatto ritrovare l’idealismo nell’antichità» (ivi, p. 125). Cfr. qui,
infra
, nota 39.
38
Così G.
S
TATERA
(
Rodolfo Mondolfo e le scienze della cultura
, in
Rodolfo Mon-
dolfo
, «Critica Sociale», cit., pp. 26-27), propenso a distinguere la «filosofia» mondol-
fiana dal richiamato «storicismo tedesco quanto ai problemi delle scienze della cultu-
ra». Al rapporto tra «natura e cultura» si riferisce R. M
EDICI
(
Tra storia della filosofia e
filosofia della cultura: l’esempio di Rodolfo Mondolfo
, in
Le nuove frontiere della storio-
grafia filosofica
. Atti del I Convegno Nazionale della Società Italiana di Storia della Fi-
losofia, intr. di G. Cotroneo, Soveria Mannelli, 2003), individuando nell’«umanismo»
un importante motivo di «attualità» che, tuttavia, problematizza poco i due termini del
rapporto in esame (ivi, pp. 134 sgg.).
1...,19,20,21,22,23,24,25,26,27,28 30,31,32,33,34,35,36,37,38,39,...244